Capitolo 33: I nove Carismi descritti da San Paolo
 

San Paolo 1 Corinzi 12,7-11:

“E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune:

 a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza;

a un altro, invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio della scienza;

 a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito;

 a un altro il dono di far guarigioni per mezzo dell’unico Spirito; a uno il potere dei miracoli;

 a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti;

 a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l’interpretazione delle lingue."

 

 

9 Carismi di cui sapienza, scienza, e fede già presentati prima San Paolo 1 Corinzi 12,7-11 San Paolo
Guarigioni Ammesso il 16 giugno 1921 a Mons. Rossi San Giovanni Rotondo Castelli, 226
Miracoli Consiglia De Martino e Matteo Pio Colella Beatificazione e Canonizzazione 1999 e 2002
Profezia Tutto il ministero sacerdotale Testimonianze giurate Positio
    ancora profezia:   Precognizione, premonizione, proroga    
Discernimento Rivelato a P. Agostino il 13 dicembre 1912 Lettera scritta da Padre Pio Epist. I, 321
Parlare lingue Rivelata a P. Agostino il 1° maggio 1922 Lettera scritta da Padre Pio Epist. I, 277
Interpretare lingue Arciprete Pannullo 7 settembre 1912 Testimonianza giurata Epist. 1, 302
 

 

 

 

 

 
Guarigioni
 
Mons. Raffaello Rossi
L'inquisitore Mons. Raffaello Rossi chiede a Padre Pio il 16 giugno 1921, alle ore 16,30: "Si parla di guarigioni che sono state ritenute miracolose, ottenute per le sue preghiere. Che ne dice?"
Padre Pio risponde sotto giuramento: "Io non lo so. Ho pregato per i bisogni delle persone che si sono raccomandate a me, indigenti, bisognose, ecc.  Questo mi consta."

Interr.: "Sul caso del giuramento di Lucera, gobbo, che sarebbe ritornato a casa ristabilito."
Risp.: "So di aver pregato per quelli che si raccomandano a me, ma il caso specifico non lo tengo presente, perché tanti si sono presentati a domandare di pregare per loro."

Interr.: "Sul caso dello storpio di San Giovanni Rotondo."
Risp.: "Ricordo che quest'uomo si raccomandò che pregassi per lui: l'effetto ottenuto io lo ignoro. E' un poveretto che frequenta ancora il convento per l'elemosina. Si è presentato altre volte dicendo: "Il signore ha cominciato la grazia e non la finisce più."

Interr.: "Sul caso del Cancelliere della Pretura di San Giovanni Rotondo."
Risp.: "Io stavo giù a confessare. Egli si lamentava col piede e portava il bastone. Così pure lui si è rivolto per raccomandarsi. Dissi, al solito, press'a poco: "Confidate nel Signore, vi raccomanderò, ecc.". Questo mi consta a me. Del resto, io no so altro." 
(Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta, l'"Autobiografia" segreta, Edizioni Ares, Milano, 2008, pag. 226-7)



Mons. Rossi nella relazione ai Cardinali del sant'Ufficio: "Nemmeno uno dei "miracoli" sussiste. Corse voce che un giovanetto affetto da gibbosità si fosse almeno in parte raddrizzato: in realtà la cosa non si poté constatare.... Lo storpio l'ho veduto io stesso: è un felice, fa pietà... Il cancelliere della pretura se volle guarire dovè andare ai bagni... " (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta, l'"Autobiografia" segreta, Edizioni Ares, Milano, 2008, pag. 124)
 
 
Rossi: "Se però a S. Giovanni Rotondo fatti straordinari veramente provati non ne sono avvenuti, sembrerebbe ne fossero occorsi e ne occorrono altrove. (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta, l'"Autobiografia" segreta, Edizioni Ares, Milano, 2008, pag. 126)

Mons. Rossi si riferiva al seguente fatto.

Maria Cozzi Giuliano di Ghizzano in Provincia di Pisa, agosto 1919
Padre Charles Mortimer Carty, scrisse nel 1963:
"Maria Cozzi Giuliano, di Ghizzano, in Provincia di Pisa, fu diagnosticata con epitelioma della lingua all'Ospedale Santa Maria Novella in Firenze, il 18 agosto 1919, e doveva essere operata il 21 agosto seguente. Maria aveva avuto dei fortissimi dolori per sette mesi, ed era incapace di masticare. Un sacerdote le diede un'immagine di Padre Pio e le suggerì di fare un triduo alla Santissima Trinità invocando l'intercessione di Padre Pio per essere guarita. Lei fece proprio così. Il giorno dopo si presentò dal dentista che doveva estrarre un certo numero di denti, prima che si procedesse con l'operazione alla lingua. Il dentista rimase stupefatto che la lingua era completamente guarita, e chiamò immediatamente il dr. Marchetti, che dopo averla esaminata, la lasciò andare via dall'ospedale, perché completamente guarita. (Fr. Charles Mortimer Carty, Padre Pio The Stigmatist, TAN Books, Charlotte, North Carolina, USA, 2010, pag. 161-2


Emanuele Brunatto che nel 1919 risiedeva nel convento con Padre Pio, dette un suo resoconto.
Il racconto di Emanuele Brunatto: "Mi recai in Toscana, a Pisa, per interrogare una donna che era miracolosamente guarita da un epitelioma linguale. Essa non conosceva ancora Padre Pio quando la terribile malattia si manifestò, comparendo sulla sua lingua, e Maria Cozzi Giuliano (queste erano le generalità della donna) si era quindi presentata presso un ospedale di Firenze, per essere visitata alla bocca, a causa di alcune fastidiose e dolorose vesciche. Uno specialista la visitò, fissò sul registro ospedaliero le sue generalità, la data e la diagnosi: epitelioma alla lingua. Si conosceva la gravità e il decorso di questa terribile malattia, nella quale i tessuti si laceravano lentamente ma progressivamente, e prima che tutti i sintomi si dichiarassero in pieno, l'epitelioma si manifestava inizialmente solo sul troncone inizile della lingua.  Maria - che ancora non si capacitava di ciò - ricevette la visita inattesa di una sua amica che le donò un foto di Padre Pio, dicendole di pregare e di chiedere la sua guarigione al signore, per intercessione del cappuccino raffigurato nella foto:  la ammalata si mise la foto del Padre sul comodino accanto a sè, e pregò tutta la notte, con disperata fiducia... e l'epiteliome - il mattino dopo - vera improvvisamente ed inspiegabilmente scomparso! Nel giorno fissato per l'intervento chirurgico, essa si presentò lo stesso in ospedale, ove gli specialisti effettivamente constatarono - con vivo stupore - la scomparsa di tutte le tracce dell'orribile malattia, ma questi medici si incollerirono quando sentirono da lei parlare di miracolo divino. Un dottore dell'ospedale che era stato presente alla prima visita medica, volle allora mostrarmi la diagnosi, che figurava nel registro medico ospedaliero... ma la pagina era stata strappata e portata via. (Edoardo Misurata, Il santo e il peccatore, l'eccezionale vita di Emanuele Brunatto, libro primo: anni 1982 - 1930, Youcanprint self-publishing, Tricase (LE), 2013, pag. 143)
 

Mons. Rossi
Mons. Rossi, nella sua relazione ai cardinali dell'inquisizione: "Mi permetto  di richiamar l’attenzione degli Eminentissimi sulle genuine ed integre deposizioni di Padre Pio, perché lo rivelano ben altro che un taumaturgo affarista, che un entusiasta sollevatore di plebi. È un povero frate che, a quanto mi consta, se ne sta a sé e che inconsciamente è divenuto centro di tanta attrazione. A lui si sono in questi anni attribuite tante cose delle quali egli, fossero state pur vere, non avrebbe avuto piacere si fosse parlato». Mons. Rossi non può non citare qualche caso di guarigione razionalmente non spiegabile, concludendo con una frase significativa: "I casi citati, servono... a far pensare se realmente il Signore non si serva di questo pio religioso per manifestare ancora la Sua bontà e la Sua potenza». (Castelli, Inchiesta, !25-7)
 

 

 

 

Don Pierino Galeone scrisse: "Padre Pio aveva il dono di sanare gli inguaribili..." (Pierino Galeone, Padre Pio mio padre, pagina 82)

Alcuni esempi.

 

"Non l'ho fatto io la grazia. L'ha fatta il Signore. Ringraziate Lui."

Giuseppe Canaponi.

Giuseppe Canaponi  di Sarteano, in Provincia di Siena, era operaio delle Ferrovie dello Stato, quando, a 32 anni, il 21 maggio 1945, mentre stava andando a lavoro sulla sua moto, venne investito da un camion. Arriva in ospedale mezzo morto; fratture al cranio, alle costole, e ben cinque alla gamba sinistra. Incomincia un lunghissimo calvario tra tanti ospedali, e riuscì a poter camminare lentamente con il sostegno. Il 26 dicembre del 1947 si recò a San Giovanni Rotondo con la moglie Gilda e il figlio augusto, di 10 anni. Si andò a confessare da Padre Pio. Giuseppe così riporta: "Mentre ero in ginocchio avvertii una scossa elettrica che mi diede sollievo e provocò in me un grande benessere. Il Padre alzò gli occhi al cielo, mi diede l'assoluzione, e mi sentii benissimo. Egli mi disse: "Prometti di mutar vita. Diversamente a che serve la grazia?" "Promisi, baciai la mano, raccolsi la stampella ed il bastone e cominciai a camminare speditamente. Mia moglie, al vedermi guarito, mi venne incontro con il figlioletto e piangemmo commossi. Tornammo all'albergo, poi tornammo a ringraziare Padre Pio che ci disse: "Non l'ho fatto io la grazia. L'ha fatta il Signore. Ringraziate Lui." Quando tornai a casa il 31 dicembre trovai una lettera di licenziamento da parte delle Ferrovie dello Stato per inabilità al lavoro."

Canaponi mori' nel 1973 a settant'anni. Due mesi prima di morire Padre Paolo Covino incontrò Giuseppe Canaponi nella sacrestia a san Giovanni Rotondo e si fece ripetere da lui la storia della sua guarigione.  Quando raccontava la sua storia Giuseppe Canaponi ripetera' tante volte: "Sono una sfida vivente alle leggi fisiche." "I medici vedono le lastre col ginocchio fuori posto, il femore storto con tessuto calloso intorno alla rotula del ginocchio, e rimangono sbalorditi che io cammino speditamente. Ecco perche' mi ritengo un morto ambulante." (Covino, Ricordi, 247-9) (Socci, il Segreto, dopo nota 232)  (Ingoldsby, Padre Pio, 93-4) (Cataneo, Padre Pio, 114-5)

 

    

Giuseppe Canaponi con la sua famiglia e con Padre Pio

 

"Buttala via e basta."

Padre Lino Barbati, cappuccino riportò nel 1987 a Padre John Schug: “Nel 1947 ... mia sorella era gravemente malata di tubercolosi ... Padre Pio mi disse: “Dì a tua sorella di buttar via tutta quella medicina. Non le fa bene. Buttala via e basta”. Mia sorella così fece, ed ora si sente perfettamente bene. “ (John A. Schug, OFM, Cap., A Padre Pio Profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987 pag. 4)

 

Dr. Francesco Ricciardi.

Il dr. Francesco Ricciardi, di San Giovanni Rotondo, ateista e contrario alla religione e a Padre Pio, nel 1928 stava morendo di cancro allo stomaco. Egli rifiutò la visita dell'arciprete Giuseppe Prencipe, e disse che si sarebbe confessato solo se Padre Pio andava da lui. Appena lo seppe, Padre Pio si recò immediatamente al suo capezzale, malgrado fuori fosse cattivo tempo. Il dr. Ricciardi si confessò e ricevette anche da Padre Pio la comunione e l'olio degli infermi. Ora egli poteva morire in pace. Tuttavia, dopo tre giorni il dottore era guarito. Il cancro era sparito. Dr. Ricciardi riprese la sua normale attività, e ricominciò a frequentare assiduamente la chiesa. Egli morì dopo quattro anni di vita edificante. (Nesta De Robeck, Padre Pio, The Bruce publishing Company, Milwaukee, second printing,1959, pagg. 65-6. La prima edizione del libro uscì nel 1958. Il libro ebbe l’Imprimatur di Mons. Alberto Meyer, Arcivescovo di Milwaukee) (Padre Francesco Napolitano, Padre Pio of Pietrelcina Brief Biography,  Edizioni Voce di Padre Pio, San Giovanni Rotondo, second edition, 1979, pagg. 143-4)  (C. Bernard Ruffin, Padre Pio: The True Story, Our Sunday Visitor Publishing Division, Huntington, Indiana, USA, 1991, pag. 340) (Maria Winowska, Il vero volto di Padre Pio, Edizioni San Paolo, Torino, trentatreesima edizione 2003, pagg. 129-131. La prima edizione originale era in francese e fu stampata a Parigi nel 1955) ( Giovanni Gigliozzi, Padre Pio, The miraculous and inspiring biography of the monk who bears the stigmata of Christ, Pocket Cardinal Edition, New York, 1966, pagg. 117-9. La prima edizione era del settembre 1965. Il piccolo libro ha l’Imprimatur del Cardinale Spellman. Il titolo originale del libro in italiano era “I monili dello sposo”, pubblicato nel 1958)

Luigi Antonelli. 

Lo scrittore Luigi Antonelli, famoso autore di commedie e racconti nel primo novecento, era stato diagnosticato con cancro che copriva l'area tra l'orecchio, la mandibola, e la spalla, e gli erano stati dati tre mesi di vita. Egli si recò da Padre Pio, e si confessò da lui. Antonelli riportò che durante la confessione la sua anima fu trasportata in uno stato celestiale, e una specie di corrente circolò nel suo corpo, ed ogni traccia del tumore scomparve. Tornato a casa, rifiutò qualsiasi intervento chirurgico e riprese la sua normale attività. Dopo diversi mesi scrisse sul Giornale d'Italia (22 novembre 1942): "Io mi sento di essere guarito miracolosamente.” Antonelli visse tre anni felici prima di morire. (Pascal Cataneo, Padre Pio gleanings, Editions Paulines, Quebec Canada, 1991, pagg. 135-6. Prima edizione “I fioretti di Padre Pio”, Edizioni Dehoniane, Roma, 1988) ) (C. Bernard Ruffin, Padre Pio the true story, Our Sunday Visitor Publishing Division, Huntington Indiana, 1991, pag. 242)

 
 

"Solo da un occhio?"

John McCaffery scrisse: "Difronte a me, nel mio ufficio a San Giovanni Rotondo era seduto quest'uomo che solo mesi prima era completamente cieco. A me i suoi occhi parevano perfettamente normali. Egli mi disse che, inginocchiato davanti a Padre Pio, aveva chiesto che lui intercedesse per la sua vista "anche se solo in un occhio." Padre Pio gli disse: "Solo in un occhio? Pregherò per te." Qualche settimana dopo, quell'uomo, che era originario di Lecco, tornò da Padre Pio. I suoi occhi sembravano entrambi assolutamente normali. Si inginocchiò dinanzi a Padre Pio, con gli occhi pieni di lacrime a il cuore pieno di gioia. Padre Pio gli chiese: "E così adesso vedi normalmente?" L'uomo rispose: "Da quest'occhio, ma non dall'altro." Padre Pio: "Ah! Solo da un occhio. Questa sia una lezione per te. Mai mettere limiti a Dio. Chiedere sempre la grande grazia." (Il prof. John McCaffery di Donegal, Irlanda, parlò spesso con Padre Pio durante le sue numerose visite a San Giovanni Rotondo negli anni 50 e 60. John McCaffery, Tales of Padre Pio The Friar of San Giovanni, Andrews and McMeel, Kansas City, 1978, pag.70-1)

 
 

“Ecco qui la morta resuscitata.”

Lucietta, nata il 1916 da Alfonso Pennelli e Rachele Morcaldi, sorella di Cleonice, dopo essere passata per tutte le malattie dei bambini all’età di sei anni (1922) incappò nella meningite. Dopo aver tentato le cure del caso, il medico curante disse senza mezzi termini “purtroppo dobbiamo aspettare solo la morte. Voi che credete, sperate in qualche altra cosa. Per me non c’è più niente da fare.” La bambina era in coma e la mamma aveva preparato il vestitino in cui comporla. Una notte, mentre vegliava la piccola, la mamma vide comparire Padre Pio che, avvicinatosi al letto, prese la manina della piccola moribonda all’altezza del polso, la sollevò alquanto, e dopo averla posata si allontanò. Verso le 4 del mattino Lucietta aprì gli occhi e disse: “Ho sete”. Il padre Alfonso, convinto di aver ricevuto un prodigio corse a ringraziare Padre Pio. Padre Pio si recò in chiesa con Alfonso e disse: “Ringraziamo la Madonna”. Dopo alcuni giorni i genitori portarono Lucietta da Padre Pio. Appena la vide esclamò: “Ecco qui la morta resuscitata!” Poi l’accarezzò e disse: “Sai perchè non sei morta? Perchè il falegname non ha fatto in tempo a prendere le misure per la bara. E’ arrivata prima la Madonna”. E per diverso tempo il Padre, quando la vedeva, ripeteva: “Ecco la morta resuscitata.” Lucietta Pennelli morì il 9 novembre 1996. (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un santo, I Volume; Fede, virtù cristiane, voti religiosi, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag.487-9)

 

“Per te era stata scritta la sentenza di morte, io però l’ho strappata dalle mani di Dio.”

Fra Giovanni Sammarone da Trivento andò a San Giovanni Rotondo il 9 novembre 1948 con l’incarico di cuciniere. Nel 1950 cominciò a sentirsi male, con febbre alta e frequenti abbondanti sbocchi di sangue. Egli racconta: “Mi fu diagnosticata una grave forma di tubercolosi. Il dr. Sanguinetti mi disse chiaro chiaro: “Fra Giovanni, tu hai i giorni contati. Preparati per l’incontro con Dio.” Lo dissi a Padre Pio, che mi disse: “Lascia stare i medici, perchè non capiscono niente.” Fui mandato dai miei superiori ad Arco di Trento in un sanatorio per il clero. Prima di partire, PadrePio mi disse: “Il Signore ti assisterà e vedrai che tornerai ciotto ciotto.” Rimasi ad Arco per circa due anni. Ero partito che pesavo 54 chili, al rientro invece la bilancia ne segnava 82. Tornai a San Giovanni Rotondo e Padre Pio contento mi disse: “Adesso te lo debbo dire, perchè lo devi sapere. In effetti, per te, umanamente parlando, non c’era più niente da fare. Anzi era stata scritta la sentenza di morte, io però l’ho strappata dalle mani di Dio. Ma tu neppure immagini quale prezzo mi sei costato. Perciò. Mi raccomando, non fare più sciocchezze. Riguardati bene perchè, se ricadi malato, da me non venire più, perchè non sono disposto a soffrire quello che ho sofferto: ho versato tanto sangue per te!” Fra Giovanni fece questa dichiarazione a Larino il 9 settembre 1986. Egli morì il 30 aprile 2001. (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un Santo II volume Carità e Prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 88-92)

 

Fra Giovanni diede questa testimonianza a Padre Bonaventura, riguardo a Maria Pyle: “Io non mi nutrivo quasi piu' e il povero cuoco del convento non aveva tempo per prepararmi qualcosa di speciale. Allora ci penso' la cara signorina Maria Pyle. Dai primi del mese di ottobre fino a tutto il mese di gennaio 1951, ogni giorno mandava in convento, per me, minestrine adatte e delicate, che mangiandone, io potessi ristabilirmi un poco, come in effetti avvenne. E mi ristabilii. Il merito va senza dubbio alla carità e alle premurose attenzioni della mai abbastanza compianta signorina Maria Pyle." (Padre Bonaventura Massa, Maria Pyle, Una avventura meravigliosa alla scuola di Padre Pio, Convento Santa Maria delle Grazie, San Giovanni Rotondo, 1980, pag. 81-2)

 

“Il decreto era stato scritto, ma per strapparlo quanto c’è voluto!”

Michele Natale, di San Giovanni Rotondo, nel 1935 andò a Morcone per il noviziato e divenne frate cappuccino col nome di fra Daniele. Rinunciò a studiare per diventare sacerdote, e rimase fratello laico. Le sue incombenze erano di cuoco, cercatore, portinaio e sacrestano. Padre Pio si offrì di diventare suo Padre Spirituale e gli diede il compito di animatore dei gruppi di preghiera. Fra Daniele era molto pio, e tanta gente fu aiutata dai suoi consigli e preghiere. Fra Daniele nel 1952 cadde ammalato, con febbre alta e una milza enorme e fu mandato dal superiore del convento di San Giovanni Rotondo a Roma al Regina Elena per essere operato. Il prof. Mario Margottino asportò la milza con una massa tumorale di tre chili. Quando Fra Daniele tornò al convento poche settimane dopo, Padre Pio gli disse: “Adesso ti posso abbracciare. Il decreto era stato scritto, ma per strapparlo quanto c’è voluto! Quanto dobbioamo essere grati al Signore, per quanto ci vuol bene!” Fra Daniele morì il 6 luglio 1994 a San Giovanni Rotondo. L'8 marzo 2012 l'arcivescovo Michele Castoro apri' il suo processo diocesano di canonizzazione, e fra Daniele divenne Servo di Dio, come primo passo verso l'onore degli altari.  (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un Santo II volume Carità e Prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 92-95)

 

“Ecco il morto risuscitato.”

Fra Umile da Teano, residente a Vico del Gargano, aveva il compito di cercare la carità per il convento, che ospitava abitualmente una cinquantina di seminaristi. Un giorno, mentre era sul cavallo, fu disarcionato e cadde pesantemente a terra. Soccorso da alcuni contadini fu portato al suo convento di Vico. La notte non potè chiudere occhio per la sofferenza, e “Nè nel sogno, nè nel delirio” come egli stesso tenne a precisare, vide chiaramente Padre Pio vicino al letto che gli disse: “Vienimi a trovare.” All’indomani chiese ai superiori di andare a San Giovanni Rotondo. Arrivò all’ora di pranzo, e Padre Pio, quando lo vide entrare in refettorio, disse ai confratelli: “Ecco il morto resuscitato!” Fra Umile diede questa testimonianza il 9 ottobre 1999.  (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un Santo II volume Carità e Prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 95-6)

 
 

 

 

 

 

 

 
Miracoli
Che Dio fece dei miracoli per intercessione di Padre Pio, dopo la sua morte, lo sappiamo ufficialmente perché due miracoli furono riconosciuti dalla Chiesa per i processi di Beatificazione e Canonizzazione.

I miracoli della signora Consiglia De Martino per la beatificazione, e di Matteo Pio Colella, per la canonizzazione sono stati descritti in dettaglio in altre parti di questa pubblicazione.

Le commissioni, medica e teologica, esaminatrici dei "miracoli" di Padre Pio, ebbero tra le mani molti fascicoli di casi straordinari, ben documentati, tra cui scegliere. Tutto questo enorme materiale è ben conservato e mai pubblicato.
Padre Pio, quand'era ancora vivo parlò di "miracolo" in poche occasioni, alle volte tra il serio e il faceto. Eccone alcuni episodi.
 

 

 

Il vino di fra' Modestino.

Fra' Modestino: "Un giorno andai in paese per comprare degli oggettini religiosi per conto di alcune persone, e comprai anche una bottiglia di vino per me.  Quando risalii in convento, andai dal Padre che stava leggendo nel salottino, e dopo avergli fatto benedire gli oggettini,  gli dissi: "Padre, benedica pure questa bottiglia di vino.” Padre Pio mi accontentò, poi disse: "Beh, ho fatto il primo miracolo stamattina. Ho fatto diventare vino il contenuto di questa bottiglia." A pranzo consumai con i miei compaesani quel vino che da tutti venne trovato eccellente e squisito. Solo dopo alcuni giorni seppi con stupore che il gestore della trattoria dove avevo comprato il vino "faceva il vino non con l'uva ma con le cartelle, e della peggiore qualità". Frà Modestino, da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 24)

 

 

Altavilla Irpina

All’età di nove anni, nel 1896, papà Grazio condusse il piccolo Francesco al Santuario di San Pellegrino ad Altavilla Irpina (Avellino), e qui avvenne un miracolo. Sarà lo stesso Padre Pio a raccontare che lui e suo padre, arrivati al Santuario, videro, fra la folla che si assiepava davanti all’altare, una donna con in braccio un bambino deforme. Così prosegue il suo racconto: «In chiesa rimasi bloccato alla vista di una mamma che aveva tra le braccia un figlio deforme, più un ammasso di carne che un bambino, e, piangendo, pregava San Pellegrino per la sua creatura. Mi immedesimai nel dolore della donna e unii le mie preghiere alle sue. All’improvviso la poverina, esasperata e piangente, scaraventò il bambino sull’altare ed esclamò: “San Pellegrino, se non lo vuoi guarire è meglio che te lo prendi!” Un istante dopo San Pellegrino rispondeva alla sofferenza della donna; infatti, il bambino si alzò in piedi e completamente guarito sgambettò dicendo: “Mamma…”. Io, stupito, rimasi paralizzato da tale evento e il mio piccolo cuore divenne ancora più ardente d’amore per Dio». La donna, che non si era mai sentita chiamare “mamma”, gridò al miracolo. Un prete fece suonare il campanone per annunziare al popolo che San Pellegrino aveva compiuto un prodigio. Francesco, come incantato, resistette all’invito del padre di andar via. Papà Grazio, una volta usciti dal Santuario, diede al figlio una strapazzata per non essere stato ubbidito. (Alessandro da Ripabottoni, Pio da Pietrelcina, Infanzia e adolescenza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 1970, pag. 37-8) (Padre Gerardo Saldutto, Il cammino di Padre Pio,  Edizioni PIEMME, Casale Monferrato, 2001, pag. 28) (Emanuele Giannuzzo, San Pio da Pietrelcina, Il travagliato percorso della sua vita terrena. Book sprint edizioni, Romagnano al Monte (Salerno) 2012, pag. 14)

 

P. Tarcisio Zullo sull’avvenimento osserva: “La gente di Pietrelcina, molti anni dopo, quando commentava questo fatto, usava chiedersi: “Che non sia stato questo il primo miracolo di Padre Pio!?(Positio II, 619-20) (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un Santo II volume Carità e Prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 18)

 

“Le grazie le fa la Madonna... non io. Andate a ringraziare Lei.” (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un santo, I Volume; Fede, virtù cristiane, voti religiosi, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag.490)

 
San Bernardo riguardo alla Madonna: «Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta.»
 

 

 

 

Profezia

Profezia: Descrivere al presente un evento che succederà in futuro.  (Resurrezione Capuano 308).
"E' più grande profetare che parlare in lingue."(1 Cor. 14,5)
Profeta: colui che parla per conto di Dio.

Profezia: un annuncio fatto i nome di Dio: Il profeta Isaia: "La vergine concepirà e partorirà un figlio." (Isaia 7:14)
 
Precognizione: conoscenza anticipata di ciò che si realizza solo nel futuro.
Tu non andrai: Mons. Magliacane; Dr.  Lotti.

 

Profezia
 

Il nuovo papa sarà Montini

Era da poco morto Papa Giovanni, e i cardinali erano riuniti in Conclave per l'elezione del successore. Io ero ansioso di sapere in anticipo chi sarebbe stato l'eletto, e pertanto tormentavo continuamente il Padre. Un giorno, nell'uscire dal refettorio, gli rifeci la stessa domanda alla presenza di un altro confratello. Allora il Padre, con estrema sicurezza, esclamò: «Ma sarà Montini!», ed aggiunse: «Beh, m'è usci­to, mo'...». (P. Eusebio da Castelpetroso «Casa Sollievo della Sofferenza». Da Il sorriso di Padre Pio, di Padre Andrea D’Ascanio al secolo Nicola, Edizioni Nidi di Preghiera, PADOVA 1994)

 

Al dr. Lotti: “Tu non andrai in Grecia”

Dr. Franco Lotti, di Bologna, conosceva Padre Pio sin da quando era un bambino. Durante la seconda guerra mondiale era stato assegnato a un reggimento stazionato in Grecia. All'inizio del mese di luglio del 1945 egli ottenne una licenza e decise di passarla da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Venne il momento dei saluti, e Franco si accorse che Padre Pio lo guardava in modo strano, come se fosse preoccupato, e poi disse: "No, tu non ci andrai in Grecia." Il giovane medico tornò in caserma, come da ordini ricevuti, e lì gli fu detto che tutti i documenti necessari per la sua partenza per la Grecia sarebbero pronti il lunedì seguente. Quando il dr. Lotti si presento' il lunedì, invece di ricevere i documenti gli fu detto che la sua partenza era stata rinviata, e che doveva aspettare nuove istruzioni. Finalmente dopo qualche giorno gli fu detto che la sua partenza per la Grecia era stata fissata per il 21 luglio 1943. Il 21 luglio fu il giorno esatto che Mussolini fu deposto e tutte le partenze furono definitivamente cancellate. Il dr. Lotti non ando' in Grecia, come Padre Pio aveva predetto. (Pascal P. Parente, S.T.D., PhD, J.C.B, Padre  Pio A City On A Mountain,  Ave Maria Institute, Washington, New Jersey, USA, 1968, PAGG. 87-8. La prima edizione è del 1952. P. Parente era professore di teologia ascetica e mistica all’Università Cattolica D’America in Washington  DC nel 1952) (Franco Lotti, Padre Pio nella mia vita. Quando lo straordinario era quotidiano, Edizioni Padre Pio 2015)

 

A Padre Magliacani: Non India ma Arabia

1948, Padre Luigi Irzio Magliacani,  missionario cappuccino in India e futuro vescovo e vicario apostolico d'Arabia, trovandosi in Italia per visitare la famiglia, prima di ripartire da Napoli per l'India, fu convinto di fare una visita a Padre Pio, dato che aveva alcuni giorni liberi prima che la nave partisse. Padre Magliacani, parlando poco prima con Padre Andrew Apostoli, gli aveva confidato che lui non credeva che Padre Pio fosse una cosa genuina; credeva che fosse "un falso". Quando si incontrarono, Padre Pio disse: "Padre Luigi, ti devo dire una cosa. To non ritornerai mai più in India." Padre Luigi si fermo' al convento per il pranzo. Durante il pranzo arrivò al convento una chiamata telefonica dal Vaticano, dalla congregazione per la Propagazione della fede. Volevano parlare con Padre Luigi Magliacani. Egli andò al telefono e gli fu detto di non mettersi sulla nave per l'India, ma di tornare immediatamente a Roma per avere un'udienza col papa Pio XII.  Quando lo vide, il Papa gli disse: "Padre Luigi, voi siete stato scelto per aprire una nuova missione in Arabia." Padre Luigi, tutto eccitato replicò: "Sua Santità, lo sapevo già." Il papa chiese: "Padre Luigi, com'è possibile che lo sapevate già? Solo il cardinale capo della congregazione e il superiore generale dei cappuccini sapevano quello che vi sto dicendo." Padre Luigi rispose: "Me lo ha detto Padre Pio. Quando mi misi in viaggio per andare a trovarlo credevo che fosse un matto. Adesso capisco che Padre Pio è un santo!”( Francis Mary Kalvelage editore, Padre Pio The Wonder Worker , Franciscan Friars of the Immaculate, Fall River, Massachusetts,  USA, quinta ristampa, 2009, Prefazione, pag. X) (Il fatto fu raccontato dallo stesso Mons. Magliacanni a padre Andrew Apostoli, C.F.R.che lo riposta nella prefazione del libro)

Al brigadiere: Chiamalo Pio

Il brigadiere dei carabinieri venne a trovare Padre Pio e gli disse: "Padre, mia moglie è incinta. Che nome daremo al bambino?" Padre Pio: "Chiamalo Pio." Il brigadiere: "E se è una bambina?" Padre Pio: "Chiamalo Pio, ho detto!" E fu un maschietto. Due anni dopo lo stesso brigadiere bussa di nuovo alla porta del convento: "Padre, mia moglie aspetta un bimbo. Dategli un nome." Padre Pio: "Chiamalo Francesco." Il brigadiere: "E se è una bambina?" Padre Pio: "Uomo di poca fede!" E fu di nuovo un maschietto. ( (Maria, Winowska, Il vero volto di Padre Pio, Edizioni San Paolo, Torino, trentatreesima edizione 2003, pagg,128-9. La prima edizione originale era in francese e fu stampata a Parigi nel 1955) (Pascal P. Parente, S.T.D., PhD, J.C.B, Padre  Pio A City On A Mountain,  Ave Maria Institute, Washington, New Jersey, USA, 1968, pag. 89. La prima edizione è del 1952)

 

 

Precognizione
 
 

“Fra una settimana lascerai questo mondo.”

Dopo la Messa e il ringraziamento Padre Pio chiamò da parte un uomo e gli disse: "Amico mio, fra una settimana lascerai questo mondo. Non temere! Preparati con umiltà. Ti starò continuamente vicino, e io stesso ti accompagnerò in cielo." L'uomo morì dopo una settimana esatta, e intorno a lui c'era gioia "perché certamente si sarà avverato che è andato in Paradiso." (Pierino Galeone, Padre Pio mio padre, Edizioni  San Paolo, seconda edizione 2009, pag. 80)

“Ora e’ il momento buono”.  Nicolino Pompilio aveva due sorelle, Maria e Antonietta. Quando Nicolino si  ammalò  gravemente, a 40 anni, nel 1920, Padre Pio disse alle sorelle: "Io prego tanto per Nicolino, non mi muovo un istante dal suo capezzale, ma egli deve morire, perché ora è il momento buono per lui. Se avesse altri dieci anni di vita non sarebbe più così." Nicolino morì "santamente" dopo pochi giorni.  ( Padre Paolo Covino, ofm. Cap.,  Ricordi e Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, IV edizione, 2007, pagg.31-2) 

 

Per Don Peppino Massa “non ancora  è arrivata l’ora.”

La sera del 19 marzo 1947, Padre Pio andò a visitare il suo caro amico don Peppino Massa che era ammalato, nel giorno del suo onomastico. Dopo averlo confessato gli rivolse parole di conforto e poi disse: "Non ancora è arrivata l'ora dell'incontro con Cristo: ci vuole un altro po' di tempo." Don Peppino Massa morì nel luglio del 1947. (Padre Alberto D'Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi – Esperienze - Testimonianze, pagine 56-7)

A Padre Romolo: “morirai molto vecchio.” Padre Romolo disse a Padre Pio: "Noi due siamo quasi coetanei. Vorrei sapere chi deve morire prima. Padre Pio: "Vivremo a lungo tutti e due, però io morirò prima. E' stabilito che tu morirai molto vecchio." Padre Pio morì nel 1968, a 81 anni, Padre Romolo morì a novantacinque anni, nel 1981. (Padre Alberto D'Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi – Esperienze - Testimonianze, pagina 63) ( Padre Paolo Covino, ofm. Cap.,  Ricordi e Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, IV edizione, 2007, pagg.69-70) 

 

Padre Dionisio

Padre Dionisio da Palazzo San Gervasio si rivolse al padre per chiedere preghiere. Egli era appena stato ordinato e stava per recarsi a Venezia per continuare gli studi. Padre Pio: “Studi! Studi! Preparati piuttosto a morire.” Padre Pellegrino che assistette alla scena si lamentò con Padre Pio. Il Padre: “Non ci posso far niente!” E in effetti il novello frate morì pochi giorni dopo.” (Positio 1/2, 1279)  (Rev. John A. Schug, Capuchin, Padre Pio, National Centre for Padre Pio, Barto, PA, 1995, pag. 134; Prima Edizione  1976)

 

A Padre Luca da Vico “Tu resterai per sempre a Pietrelcina.” 
Padre Luca da Vico del Gargano era superiore del nuovo convento di Pietrelcina dove aveva lavorato intensamente per la nuova chiesa, e temeva di essere trasferito. Egli visito' Padre Pio che gli disse: "Tu resterai per sempre a Pietrelcina, Anche dopo la morte." Padre Luca morì in Pietrelcina il 2 novembre 1949, ed è sepolto nel cimitero di Pietrelcina. (Padre Alberto D'Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi – Esperienze - Testimonianze, pagine 56-7)

 

 

 

Premonizione
 

Padre Fortunato: solo 5 su 25

C'erano 25 studenti al collegio serafico nel 1930. Il direttore, Padre Fortunato da Serracapriola, una chiese a Padre Pio quanti di essi arriveranno al sacerdozio. Padre Pio: "Rimarranno soltanto in cinque." Infatti così è stato. Solo Lodovico Rinaldi, Cristoforo Cocomazzi, Vittorio Massaro, Pietro Tartaglia e lo scrivente Paolo Covino diventarono sacerdoti. ( Padre Paolo Covino, ofm. Cap.,  Ricordi e Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, IV edizione, 2007, pagg.75-6) 

Padre Gaetano: solo 2 su 6

Nell'agosto del 1922, alla vigilia della partenza per Morcone, luogo del noviziato, il  Padre Gaetano da Ischia Castro, professore di lettere nel collegio serafico chiese a Padre Pio quanti dei sei studenti che erano in procinto di partire per il noviziato sarebbero diventati religiosi e sacerdoti. Padre Pio: "Due soli saranno religiosi e sacerdoti. " Infatti arrivarono al sacerdozio solo Padre Alberto d'Apolito da San Giovanni Rotondo e Padre Cristoforo Iavicoli da Vico del Gargano. , (Padre Alberto D’Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi -Esperienze - Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, ristampa settembre 2010, pag. 66)

Padre Paolo arriva al sacerdozio

Quando Padre Paolo Covino era ancora un fanciullo, sua madre Assunta, chiese a Padre Pio se Paolo aveva la vocazione. Padre Pio: "Sì, arriverà al sacerdozio."
 Padre Paolo fu ordinato il il 21 marzo 1942, e amministrò l'estrema unzione a Padre Pio al momento della sua morte. ( Padre Paolo Covino, ofm. Cap.,  Ricordi e Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, IV edizione, 2007, pagg.20-30) 

 

Padre Gian Battista non morì nè fulminato, nè sotto le macerie, nè annegato.

Padre Gian Battista Lo Monaco scrisse una specie di diario di tutti gli incontri con Padre Pio, da cui si rileva che era un poco pauroso. Il 26 aprile 1939 disse a Padre Pio che lui si spaventava dei tuoni e lampi. Padre Pio: "Non ti spaventare dei fulmini, perché non morirai fulminato." Nel frattempo scendiamo in giardino e ci viene incontro un grosso cane. Padre Pio mi fa scudo, dicendomi: “Mettiti dietro a me. Dei fulmini non devi aver paura, ma di questo, sì!” Il 3 marzo 1940 disse a Padre Pio che c'era un terremoto a Palermo. Padre Pio: "Stai tranquillo. Non morirai sotto le macerie." Il 4 marzo 1940 doveva partire per l'America. Chiese a Padre Pio di Pregare per lui: " Non vorrei finire come Giona nel ventre di una balena". Padre Pio: "Non temere. Non morirai annegato!" Padre Gian Battista celebro' la prima messa a San Giovanni Rotondo nel 1937 e Padre Pio gli disse: "Prenotati pure per il venticinquesimo e io ascolterò la tua messa. Così avvenne. Poi Padre Pio gli disse: "Allora prenotati pure per il cinquantesimo: io non ci sarò, ma tu sì." Tutto avvenne come Padre Pio aveva predetto. (P. Marcellino Iasenzaniro, “Il Padre San Pio da Pietrelcina Sacerdote Carismatico, Testimonianze, Edizioni Padre Pio,2006, parte seconda, pagine 309-11)

 

 Graziano Borelli e la morta improvvisa.

Un Padre Domenicano disse a Graziano Borelli di chiedere a Padre Pio come si doveva impostare la direzione spirituale di una certa anima. Padre Pio disse a Graziano: "Digli di preparare quell'anima all'incontro con Dio. La preparasse al grande passo: la morte." Il Padre Domenico, quando ebbe la risposta, fece in sorrisetto che rivelava chiaramente scetticismo. Dopo quindici giorni il domenicano telefono' a Borelli" quella signora era morta. (P. Marcellino Iasenzaniro, “Il Padre San Pio da Pietrelcina Sacerdote Carismatico, Testimonianze, Edizioni Padre Pio,2006, parte seconda, pagine 312-13)

 

Bernardino Cardinale vive e lavora

Bernardino Cardinale era stato operato a Roma: gli avevano asportato un polmone per intero e metà dell'altro. I medici consigliarono ai familiari di riportarlo a Bari per farlo morire nella sua casa. La moglie andò con Bernardino da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Bernardino disse a Padre Pio: "Padre vivrò, lavorerò? Non posso morire: ho un figlio di sei anni!" Padre Pio, battendogli più volte la mano sul petto rispose: "Vivrai, lavorerai, e quanto lavorerai!" E' ciò che avvenne. (P. Marcellino Iasenzaniro, “Il Padre San Pio da Pietrelcina Sacerdote Carismatico, Testimonianze, Edizioni Padre Pio,2006, parte seconda, pagine 317-8)

 

 

 

Proroga
 
Don Pierino Galeone: "Padre Pio aveva il dono... di prorogare il tempo della morte." (Don Pierino Galeone, Padre Pio mio Padre, pag. 82)
 

1959: il Dr. Karl Kisvarday riceve un anno di vita

Padre Pio disse al dr. Karl Kisvarday, amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza: "Carletto, il Signore ha già stabilito la data della nostra morte, però io sto dicendo una preghiera speciale per aggiungere un altro anno al tempo assegnato a te." Non molto tempo dopo, nel 1959 dr. Kisvarday fu portato in coma nella sezione di terapia intensiva di Casa Sollievo. Stette per tre giorni senza riprendere conoscenza, assistito dalla sua cameriera Paola Novak. Una notte Paola era tornata a casa esausta. Accanto al letto del dr. Kiswarday c'erano l'infermiera Margherita Cassano e una giovane suora. L'infermiera e la suora uscirono brevemente dalla stanza per meno di un minuto. Al loro ritorno esse videro un frate uscire dalla stanza e allontanarsi. Esse entrarono nella stanza insieme. Tutt'a un tratto il paziente disse: "Oh! Che bel profumo!" "è l'odore dell'alcool, disse Margherita che stava preparando una iniezione. "No, no, è il profumo di Padre Pio. Egli è venuto. Abbiamo parlato. Poi se ne è andato." Il dottore guarì e tornò a casa. Poco meno di un anno dopo questo episodio, dr. Kisvardai morì. Ma egli aveva ricevuto il suo anno in più di buona salute. (Duchesse of St. Albans (Suzanne St. Albans), Magic of a mystic. Stories of Padre Pio, Clarkson N. Potter Inc., New York, 1983, pagg. 120-1) 

 
 

Un uomo malato riceve otto anni di vita.

Padre Marcellino raccontava che quando lui era cappellano nell'ospedale di Milano, era solito portare la comunione a un uomo malato di cancro alla gola. Quello gli disse che anni prima era stato a San Giovanni Rotondo, ma Padre Pio l'aveva trattato male dicendogli: "Va via, tu sei tutto sporco. Vattene via e preparati a morire."  L'uomo tornò dopo tre mesi, e questa volta era preparato a mettersi in pace con Dio. Dopo la confessione Padre Pio gli disse: "Tu non ti devi fare l'operazione. Tu non devi essere toccato." L'uomo visse altri otto anni. Egli usava ripetere: "Io ho ricevuto due miracoli da Padre Pio. Il secondo è che sono vissuto per altri otto anni. Ma il primo miracolo che ho ricevuto da lui è stata la mia conversione (Padre John Schug, OFM Cap., A Padre Pio Profile, St. Bedès publications, Petersham, Massachusetts, 1987, pagg. 146-7)

 

La signora di Martina Franca riceve nove anni di vita.

Don Pierino Galeone: "Padre, una signora di Martina Franca, affetta da tumore, ha i giorni contati e vi chiede di pregare per lei." Padre Pio guarda in alto e poi dice: " E va bene! il Signore le concede una proroga."  Nove anni dopo: "Padre, quella signora è tornata a star male." Padre Pio: "Io diedi una proroga, non la guarigione definitiva." La signora morì dopo meno di un mese. (Pierino Galeone, Padre Pio mio padre, Edizioni  San Paolo, seconda edizione 2009, pag. 81)

 

23 novembre 1968: Giuseppe Scatigna riceve nove anni di vita, dopo la morte di Padre Pio.

Giuseppe Scatigna era ricoverato alla Casa Sollievo della Sofferenza nel 1968, pochi mesi prima che Padre Pio morisse. Egli era trattato per cancro terminale, melano sarcoma linfo ghiandolare. Nel frattempo Padre Pio morì. Giuseppe continuò a peggiorare, e a un certo punto il cancro era così avanzato che gli furono date non più di 48 ore di vita. Sua moglie riuscì ad avere da un frate del convento un pezzo di un pannolino usato da Padre Pio per asciugare il sangue della ferita al costato. Giuseppe e la moglie pregarono intensamente chiedendo cinque anni di vita per poter allevare adeguatamente la figlia adottiva che avevano.

Nella notte Giuseppe ebbe un sogno in cui vedeva Padre Pio che cercava di sollevare un sasso enorme, mentre tanti ragazzini si prendevano beffa di lui. Quando si riprese dal sogno si sentì immediatamente meglio. Il giorno dopo, il medico gli chiese come si sentiva. Egli rispose: "Mi sento perfettamente guarito." Il medico lo esaminò e tutto gli sembrò normale. Tutte le analisi e i test che fecero risultarono negativi. Le radiografie non mostravano nessun segno di cancro. Egli fu dimesso completamente guarito. Era il 23 novembre 1968, trenta giorni dopo la morte di Padre Pio. Giuseppe tornò in Sicilia con la famiglia, e rimase in buona salute per quasi dieci anni. Prima di morire egli disse: "Io volevo cinque anni così che la mia figlia potesse crescere. Padre Pio me ne ha ottenuti nove. Così io sono riconoscente." Giuseppe fece una morte serena. John Schug, A Padre  Pio profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987, pagg. 7-13)

 

Angelo Cantrelli:  “Ho chiesto al Signore di concedergli ancora dieci anni di vita."

Angelo Cantrelli di Parma si era rivolto a Padre Pio in un momento di crisi della sua azienda, e divenne un figlio spirituale molto devoto. Andava frequentemente a San Giovanni Rotondo e portava offert per la Casa Sollievo. Durante il ritorno in treno da uno di questi viaggi fo colpito da un ictus. Il treno si fermò e Angelo fu ricoverato nella clinica Villa dei Pini presso Civitanova Marche. Padre Pio ne fu informato e mandò da Angelo Enzo Bersani per confortarlo. Ma il paziente non migliorava e la famiglia Cantrelli e gli amici di Parma si lamentavano per la "mancata assistenza" da Parte di Padre Pio: "Lui è andato da Padre Pio a portargli la carità per i malati e ha avuto la trombosi". Padre Pio apparve rattristato. Mandò di nuovo Enzo Bersani a Civitanova con un messaggio: "Di' ai familiari di stare tranquilli, perché' ho chiesto al Signore di concedergli ancora dieci anni di vita." Angelo migliorò e si ristabilì entro poche settimane; riprese le sue attività e morì dopo dieci anni. (Padre Marcellino Iasenzaniro, "Il Padre" San Pio da Pietrelcina sacerdote carismatico, Testimonianze, seconda parte, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2006, pagg. 321-3)

 

Giuseppe Pezzini riceve alcuni anni di vita

Padre Pio a Giuseppe Pezzini di Bologna che chiedeva di confessarsi: "Non vedi come sei nero? Vai a casa e ritorna fra tre mesi e ti confesserai. Preparati a soffrire." Tornato a Bologna, a un controllo medico gli scoprirono un cancro alla gola. Si fa operare e sembra che tutto procede bene per qualche anno. Poi per un riacutizzarsi del male i medici suggeriscono una seconda operazione. Giuseppe va da Padre Pio, che gli dice: "Ti tolgono solo le corde vocali. Ora devi stare lontano dai ferri." Col passare del tempo Giuseppe nota che tutti quelli che avevavo fatto una seconda operazione erano morti, e dice a tutti: "Padre Pio già mi ha dato alcuni anni di vita in più. Che voglio più?" Dopo qualche anno fu ricoverato alla clinica Mangiagalli di Milano dove sopportò con gioia il dolore, riceveva ogni giorno la comunione, e gli amici gli portavano messaggi di conforto da parte di Padre Pio. Giuseppe, così confortato, chiuse serenamente il suo penoso calvario che Padre Pio gli aveva preannunciato. (Padre Marcellino Iasenzaniro, "Il Padre" San Pio da Pietrelcina sacerdote carismatico, Testimonianze, seconda parte, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2006, pagg. 242-4)

 

 

 

 

 

Discernimento degli spiriti
Dio o diavolo, persona consacrata o no, oggetto benedetto o no.
 
Discernimento permetteva a Padre Pio di smascherare satana quando questi si nascondeva in anime apparentemente candide o in situazioni innocenti. San Bernardo dice che è un dono che Dio concede raramente. Episodi diavolo travestito da superiore....

Tranello del diavolo svelato dall'angelo

Da una lettera da Pietrelcina a Padre Agostino il 13 dicembre 1912: "Barbablù  "l'altra notte mi si è presentato sotto le sembianze di un nostro padre, trasmettendomi un severissimo ordine del padre provinciale di non scrivervi più, perché contrario alla povertà e di grave impedimento alla perfezione. Non avrei potuto mai sospettare essere questo un tranello di barbablù, se l'angiolino non mi avesse svelato l'inganno. Il compagno della mia infanzia  cerca di smorzarmi i dolori che mi affliggono quegli impuri apostati." (Epistolario I, 321)

 
Dal Diario di Padre Agostino: "Le visioni celesti erano ordinariamente precedute da quelle diaboliche. Satana gli appariva in forma di belve feroci, in forma di uomo, in forma di donna, in forma di frate. Alle volte prese la forma nche di san Francesco, della Madonna, di un Crocifisso. Il Padre scopriva subito l'inganno diabolico con l'invocazione del nome santissimo di Gesù. I particolari delle apparizioni sataniche sono descritti negli appunti che scrivevo lì per lì. Dopo le apparizioni diaboliche il Padre entrava in estasi con le visioni del Signore, della Madonna, dei Santi e dell'Angelo custode, che non mancava mai." (Agostino, Diario, pag. 278)
 
Padre Pio a Maria Gargani: "...lo Spirito Santo preavvisa l'anima devota ... a prepararsi alla tentazione." (Epist, III, 243)
 
Padre Pio ad Annita Rodote: "Quando vi accadrà di sentire delle voci e voi non sapete distinguere se provengono da un buono spirito oppure da un cattivo spirito ... fategli ripetere: "Viva Gesù, viva l'Immacolata sempre vergine Maria!" Se, questo non vuol ripetere, sputategli in viso e dite a Gesù che lo mandasse all'inferno." (Epist. III, 57) (Anche Epist. III, 93)
Padre Pio alle sorelle Ventrella: "Tenete per certo, mie care figliuole e sorelle che tutti cotesti dubbi e perplessità di spirito sono suscitati dal demonio, perciò non date loro nessun peso, disprezzateli." (Epist. III, 554)
 
Alle sorelle Ventrella: "Le tentazioni di gelosia, di disperazione, di sconforto, di sfiducia, di impurità, d'infedeltà, ecc. sono merce offerta dal nemico, ma respinta, e quindi nulla di male, ma solo palme e corone che la misericordia di Dio va accumulando." (Epist. III, 622)
 
A Vittorina Ventrella: "Le tentazioni non ti sgomentino... Finora la tua vita fu d'infante; adesso il Signore vuol trattarti da adulta." (Epist. III, 626)
 
"In una lettera ricevuta dall'Annita mi diceva che tra le tante insinuazioni di quell'impuro apostata si sentì gridare nell'orecchio, mentre leggeva una delle mie lettere, queste precise parole: "Non credere a quel mentitore." Quella bestiaccia è arciconvinta che non si può guadagnare quest'anima; ma vorrebbe, se le fosse possibile, ispirarle avversione a chi è destinato a dirigerla e così impedirle una maggiore perfezione. La sa lunga, ma l'anima di Dio la sa assai più lunga di essa." (Epist. IV, 166)
 
"Diletta sposa del biondo Nazareno" (Epist. IV, 174)
 
A Padre Basilio da Mirabello Eclano: "E' diabolica la preoccupazione da cui è compreso il vostro spirito su ciò che riguarda l'ufficio assegnatovi dall'ubbidienza..." (Epist. IV, 236-7)
 
Lettera a Padre Agostino 28 dicembre 1917: "Riguardo ai dubbi espostimi nella vostra lettera vi prego di non darci nessuna importanza, sapendo che dessi non sono suscitati nell'anima vostra se non da satana." (Epist. I, 982)
 
A Padre Benedetto il 19 giugno 1918: "Non si tenga poi in nessun conto ciò che sentì dirsi quell'anima di costì, perchè io ritengo non provenire da dio quello che a lei sembrò sentire." (Epist. I, 1042)
 
A Padre Benedetto il 29 gennaio 1919: "Vi prego si stare su tutto e in tutto tranquillo.... il Signore permette a satana di torturarvi  con questi nuovi e sempre vecchi timori, ma voi disprezzateli sempre e non vi abbattete, altrimenti fareste il giuco dell'avversario." (Epist. I, 1120-1)
 
A Padre Benedetto il 27 ottobre 1920: "La vostra preoccupazione è da satana., permettendolo Iddio, a solo fine di farvi soffrire. State dunque tranquillo su questo e su tutte le altre anosce di spirito, perchè non vi è proprio motivo di temere. Dio vi ama e voi corrispondete alle sue grazie. Questa è tutta, e solo la verità." (Epist. I, 1183)
 
 
Ierognosi 
 
Ierognosi (Etimologicamente: conoscenza di ciò che è sacro)   Sacerdote o no, oggetto benedetto o no (corona, immaginetta, statua), consacrato o no (ostie, reliquie).
 
Sacerdote o no

Un giorno, gli uomini riuniti in sagrestia notarono con stupore che Padre Pio, mentre confessava, non cessava di fissare uno di essi. Era un forestiero da poco arrivato. Finalmente Pare Pio gli fece cenno di avvicinarsi. Quello si avvicinò visibilmente controvoglia. Padre mio – disse Padre Pio a bassa voce – rimettete il vostro abito se volete che vi confessi. Inutile – disse l’altro – so che cosa devo fare. E filò via. Era un domenicano “in borghese” che era venuto “per rendersi conto”. (Maria Winowska, Il vero volto di Padre Pio, Edizioni San Paolo, Torino, trentatreesima edizione 2003, pag. 151. La prima edizione originale era in francese e fu stampata a Parigi nel 1955) (Gaudiose, Dorothy M., Prophet of the people, A Biography of Padre Pio, Alba House, New York, , pagg. 148-9) (Fr. Charles Mortimer Carty, Padre Pio The Stigmatist, Tan Books, Charlotte North Carolina, 2010, pag. 29. La prima edizione era del 1963.)  (Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio racconta e dice,  Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 272)

 
Sapere se un oggetto è stato benedetto o no. 
Io ho ed uso tuttora una corona del rosario che fu benedetta e tenuta nelle mani da Padre Pio nel 1965. Avendo saputo da un frate che Padre Pio poteva individuare se un oggetto era stato già benedetto, io mettevo la corona in mano a qualche altro, quando passava nella sala san Francesco, perchè lui usava quella opportunità per benedire gli oggetti religiosi. Quando gli era presentata quella corona, lui diceva invariabilmente un po' sogghignante: "E quante volte la devo benedire questa corona !"Ma poi difatti le dava un'altra benedizione.

 

 

 

 

 

 

 
Parlare lingue
Xenolalia: Parlare per intervento divino una lingua straniera senza averla studiata.
 

Alcune frasi in francese

Il rev. Derobert riporta:  «Nel maggio 1957, un francese che non sapeva una parola d'italiano e una donna di origine italiana) sono venuti a far benedire il loro matrimonio da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Dopo la Messa e la Benedizione, il Padre ha rivolto loro una breve allocuzione in italiano. A mezzogiorno, le due coppie si sono ritrovate per il pranzo all'Albergo Santa Maria delle Grazie. Là il francese ha tenuto a dire quanto aveva trovato delicato da parte del Padre il rivolgergli alcune frasi in francese, dato che lui non capiva l'italiano. La sua giovane sposa, come pure gli altri convitati, hanno potuto confermargli che Padre Pio non aveva pronunziato una sola parola in francese, ma aveva sempre parlato in italiano. Tuttavia il francese era ben certo di aver capito tutto nella sua lingua. Il Padre, parlando in italiano, aveva reso la sua allocuzione intelligibile al francese... È forse quello il misterioso dono delle lingue di cui ci parlano gli Atti degli Apostoli?..." (Derobert, 639)

 

  

Parlava in inglese

 

Padre Costantino Capobianco scrisse che il fratello di Angela Serritelli, il quale era residente in America, condusse la figlia a San Giovanni Rotondo per farle ricevere la prima comunione dalle mani di Padre Pio. La fanciulla non conosceva l'italiano, come d'altronde Padre Pio non aveva mai studiato l'inglese, perciò la bambina fu affidata a Maria Pyle, americana. Alla vigilia del giorno stabilito la Pyle accompagno la bambina da Padre Pio e disse: "Padre, ho accompagnato la nipotina di Angelina, per farla confessare... Sono qui per aiutarla, perchè la fanciulla non capisce affatto l'italiano": Padre Pio: "Maria, te ne puoi andare, perchè queste sono cose che ce la vediamo io e lei!" Dopo la confessione, Maria Pyle, che aveva aspettato la piccola penitente, chiese, in inglese naturalmente, alla fanciulla: "Ma ti ha capito padre Pio?" "Sì!" "E tu l'hai capito?" "Sì." "E come parlava?" "In inglese." E poi la bimba confidò a Maria Pyle tutte le raccomandazioni di Padre Pio." (P. Pio Capuano, con P. Pio, pag, 244) (Parente Alessio, Mandami, pp. 65-66) (Pena, 34)

 

 

Mary Pyle riceve la comunione da Padre Pio

 

 

“Ich werde Sie an die gottliche Barmherzigkeit empfehlen"

Dalla Positio e dal Diario di Padre Agostino rileviamo che nel 1940 arrivò al convento di San Giovanni Rotondo un sacerdote svizzero che parlò in latino con Padre Pio. Prima di andarsene, il sacerdote gli raccomandò una malata. Padre Pio gli rispose in tedesco: “Ich werde Sie an die gottliche Barmherzigkeit empfehlen" (la raccomanderò alla divina provvidenza)”. Il sacerdote rimase oltremodo meravigliato da questo fatto e lo raccontò alla persona che lo ospitava. ( Positio III/1, p. 809) (Pena, 35) (Agostino, Diario, 2012, pag. 181)

 

 

 

Scrive Francese corretto

Padre Agostino scriveva nel suo Diario il 21 gennaio 1945: "Nel 1911 Padre Pio mi scrisse - in risposta ad una mia - una cartolina in francese corretto, proprio senza errori ortografici. La cartolina mi fu chiesta - con altre lettere ricevute dal Padre - e per santa obbedienza - dal provinciale del tempo Padre Benedetto. Alla morte del provinciale, 22 luglio 1942, non trovai nella sua stanza né lettere né cartoline. Il Padre Pio non ha mai studiato né francese né tedesco." (Agostino Diario, 2012, pag. 181)

 

 

"Non lo posso dire"

Lettera di Padre Agostino a Padre Pio del 20 aprile 1922: "...Levami, se è possibile, una curiosità. Chi t'ha insegnato il francese? Come mai, mentre prima non ti piaceva, ora ti piace?"... (epist. I, 278)  Padre Pio risponde il 1° maggio, in fondo alla lettera: "...Alla vostra dimanda riguardante il francese, rispondo con Geremia: "A, a, a, nescio loqui." (Epist. I, 277) (Ger. 1, 6)

 

 

 

Capiva e parlava americano

25 giugno 1944. Dai vari campi della Puglia vengono Ufficiali e soldati, sia americani che inglesi, in numero molto maggiore del solito. Molti si confessano e fanno la SS.ma Comunione, tra cui alcuni parlano con P.Pio in lingua inglese. 

Ne dà testimonianza di questo anche Mary Pyle, che ci dice che i confratelli del Santo erano ben documentati su quanto affermavano. Mary, di questo, ne aveva parlato alla sua amica Dorothy, che in una pubblicazione scrive testualmente: “Molti soldati americani andavano a confessarsi da P.Pio. Ci si potrebbe domandare come facessero, dato che soli pochi di loro parlavano l’italiano e P.Pio non conosceva l’inglese. Eppure, quando Mary chiedeva loro, di ritorno dalla confessione, come avessero fatto a confessarsi se P.Pio non parlava inglese, essi rispondevano: “Questo è affare suo. Egli ci ha detto ciò che dobbiamo sapere”. (Dorothy M. Gaudiose, Mary's House, Alba House, 1993, pag. 110) (Renzo Allegri, A tu per tu con Padre Pio, Mondadori Editore, pag. 130).

 
 

Parla in francese, introspezione, consiglio

"Tout sera clair maintenant!"

 Il rev. Jean Derobert scrisse: "Uno dei figli spirituali di Padre Pio, il signor Bernard, di Carouge (Ginevra, Svizzera) mi riferisce il seguente fatto: «La prima volta che, mia moglie ed io, ci siamo recati a San Giovanni Rotondo, nel 1958, abbiamo avuto la fortuna di fare amicizia con il Signor Dall'Ollio, direttore dell'Albergo San Michele. Egli ci teneva molto a farmi conoscere Padre Pio, al cui riguardo mi mostravo un po’ scettico. Fu lui che, un giorno a mezzogiorno, mi introdusse presso il Padre, alla porta del Refettorio del convento... Quando Padre Pio si avvicinò, egli, penetrandomi con lo sguardo, mi mise la mano sulla fronte dicendo in francese : "Tout sera clair maintenant!"«Adesso tutto sarà chiaro!»   Uscito dal convento, alquanto emozionato, domandai alla mia guida se egli avesse bene inteso le parole del Padre e perché questi non portasse i mezzi guanti, poiché avevo nettamente sentito il contatto della sua mano sulla mia fronte e non il contatto della lana. Il Signor Dall'Ollio ne rise di cuore e mi assicurò che il Padre portava i suoi mezzi guanti che non lasciava mai durante la giornata, e che egli non aveva pronunziato una sola parola. Ma aggiunse che con il Padre non bisognava meravigliarsi di tali manifestazioni. (Jean Derobert, Saint Padre Pio de Pietrelcina transparent de Dieu, Editions Hovine, Marquant (Belgique), 2013, pag. 636)


 

 

 

Interpretare lingue
Xenoglossia : Conoscenza per intervento divino di una lingua straniera senza averla studiata.

 

Mi traduce tutto

Padre Tarcisio Zullo dichiarò: “Quando arrivavano a San Giovanni Rotondo pellegrini di altre lingue, Padre Pio li capiva. Una volta gli chiesi: “Padre, ma come fa a capire tante lingue e dialetti?” Lui rispose : “Il mio angelo mi aiuta e mi traduce tutto”. (Positio II, p. 630)

 

 

 

 

Angelo maestro

Padre Pio a Padre Agostino il 20 settembre 1912: "I celesti personaggi non cessano di visitarmi e farmi pregustare l’ebbrezza dei beati. E se la missione del nostro angelo custode e’ grande, quella del mio è di certo più grande dovendomi fare anche da maestro nella spiega di altre lingue.” (Epistolario I, 304)

 

 

Arciprete Pannullo e la lettera in greco.

Il 7 settembre 1912, per valutare la santita' di Padre Pio (Alessio, Mandami, 63),  Padre Agostino mandò una lettera a Padre Pio scritta in greco. Traduzione in italiano: "Figlio carissimo in Gesù Cristo, ho ricevuto la tua lettera; per le lettere andate disperse sia fatta la volontà di Dio. Abbi fiducia nel Signore nostro padre; il nemico di tutti non ti turberà. ... "Cosa dirà il tuo angelo di questa lettera? Se Dio vuole il tuo angelo potrebbe fartela comprendere; se no, scrivimi. " In calce alla lettera il parroco di Pietrelcina scrisse questo attestato: " Pietrelcina 25 agosto 1919. Attesto io qui sottoscritto sotto la santità del giuramento che Padre Pio, dopo ricevuta la presente, me ne spiegò interamente il contenuto. Interrogato da me come avesse potuto leggerla e spiegarla, non conoscendo neppure l'alfabeto greco, mi rispose: "Lo sapete! L'angelo custode mi ha spiegato tutto. L'Arciprete Salvatore Pannullo." (Epistolario I, 302, con note 1 e 2)

 

Lettera in greco

  

 

L'Arciprete Salvatore Pannullo che scrisse l'attestato

 

 

 Il 20 giugno 1921, alle ore 16,30, Padre Pio fu interrogato dall'inquisitore del Sant'Ufficio, Mons. Rossi, con la seguente domanda: "Conosce il greco?" Padre Pio risponde sotto giuramento: "Lo studiai un poco, ma ora non mi ricordo nemmeno più di leggerlo." Interr.: "E' vero che senza sapere questa lingua a sufficienza, inessa scrisse una lettera, una volta?" Risposta: Lettera, non credo: al più qualche saluto, frutto di quelle cognizioni che avevo." Interr.: "Ed è vero il fatto di una lettera che Le pervenne tutta macchiata? E vi fu messo su il Crocifisso?" Risp.: "Sì, ero a casa, una lettera scritta in francesedal mio direttore d'allora. E il Crocefisso ce lo mise il Parroco del mio paese." (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta l'"Autobiografia" segreta, Edizioni Ares, Milano, 2008, pag. 244-5)

 

 
 
 

 

 

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