Capitolo 25: Via Crucis. Chiesa di San Pio

 

 

3 marzo 2008: Riesumazione del corpo di Padre Pio

Il corpo di Padre Pio è stato riesumato. Nel massimo riserbo, nel santuario di San Giovanni Rotondo la commissione medica ha aperto la notte scorsa, a mezzanotte e trenta, la tomba di San Pio da Pietrelcina, tumulato il 27 settembre del 1968, quattro giorni dopo la morte. Il corpo sarà esposto ai fedeli dal prossimo 24 aprile. E si spera nella visita del Papa.

"La salma si è conservata bene", ha detto il vescovo di San Giovanni Rotondo-Manfredonia-Vieste, monsignor Domenico D'Ambrosio, delegato per la Santa Sede per le opere di Padre Pio. "Sin dall'inizio - ha riferito - si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del teschio è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo le ginocchia, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, è come se fosse passato un manicure".

Tutta l'operazione è avvenuta davanti a una commissione composta da medici e religiosi sotto la supervisione di monsignor D'Ambrosio. Presenti anche alcuni parenti del Santo. Hanno partecipato anche Consiglia De Martino, la donna di Salerno guarita dalla rottura traumatica del dotto toracico (il miracolo è servito alla beatificazione del Cappuccino di Pietrelcina) e Matteo Pio Colella, il ragazzo di San Giovanni Rotondo affetto da una sindrome multiorgano scatenata da una meningite, la cui guarigione, ritenuta scientificamente inspiegabile, è stata dichiarata "miracolo" per la canonizzazione.

Fuori dal santuario, sin dalle prime ore di ieri sera, si era radunata una piccola folla di fedeli, diventati oltre un centinaio quando il vescovo è uscito e, con una certa commozione, ha confermato che la bara del santo con le stimmate era stata aperta. "Abbiamo aperto il sepolcro di san Pio che, sapete, è sotto un masso dove c'è un loculo scavato a circa un metro di profondità. Abbiamo estratto la prima cassa con tutti i sigilli, io ho verificato i sigilli, li abbiamo rotti e abbiamo aperto la prima cassa, piuttosto arrugginita". E' il racconto fatto ai fedeli nella notte da monsignor D'Ambrosio.

Il vescovo ha spiegato che "l'intonaco - ha detto il vescovo - era molto fresco quando è stato messo e quindi ha creato dell'umidità, che ha rovinato un po' la cassa, dove ci sono il crocifisso e la scritta con i dati anagrafici di san Pio. Della seconda cassa è stato poi tagliato lo zinco, con grande maestria e anche con tanta devozione e delicatezza".

"Il sottoscritto e il ministro generale dei padri cappuccini - ha aggiunto il vescovo con un pizzico di emozione - abbiamo sollevato il coperchio di zinco e c'era la terza cassa, con la lastra di vetro spessa credo 4-5 millimetri". E' la cassa contenente i resti del santo. "Lì per lì - ha spiegato D'Ambrosio - non siamo riusciti a intravedere bene, perchè si era creata una forma di condensa sul vetro. Poi abbiamo potuto vedere meglio e, con la commissione, abbiamo portato le spoglie di san Pio nella stanza che è stata preparata per la ricognizione".

D'Ambrosio ha illustrato le condizioni dei resti di san Pio, sottolineando tra l'altro che "il cranio e gli arti superiori sono in parte scheletriti. Le restanti parti presentano i tegumenti adesi ai piani sottostanti e molto umidi, ma suscettibili di trattamento conservativo".

"Si vedono tra l'altro i piedi - ha aggiunto -, perché sapete che i padri cappuccini vengono sepolti scalzi. Non c'è nessun segno delle stimmate - ha spiegato subito - perché le stimmate sono scomparse, come è noto, al momento della sua morte".

Secondo Stefano Campanella, direttore di Teleradio Padre Pio e capo ufficio stampa del Centro comunicazioni dei Frati cappuccini, se si fosse atteso ancora per la esumazione del corpo di Padre Pio, sarebbe stato difficile recuperarlo per l'esposizione ai fedeli, a causa dell'umidità del sepolcro.

Ma sui trattamenti cui verranno sottoposte le spoglie di san Pio prima dell'esposizione ai fedeli, non è trapelato nulla. I periti della commissione per l'esumazione e la ricognizione canonica sono sotto giuramento e probabilmente riferiranno pubblicamente qualcosa solo dopo che il lavoro sarà stato terminato.

La scelta del massimo riserbo e l'orario assolutamente atipico per l'operazione sono stati spiegati con la necessità di evitare la ressa dei curiosi: già nei giorni scorsi la cripta era stata chiusa alla venerazione dei fedeli e alle eventuali proteste di contestatori. Proprio ieri pomeriggio l'associazione "Pro Padre Pio. L'uomo della Sofferenza", ha presentato alla questura di Torino denuncia contro il vescovo di Manfredonia, contro Frate Francesco Colacelli e contro frate Carlos M. Laborde per violazione di sepolcro e atti sacrileghi, al fine di impedire la riesumazione del corpo.

 (Cronaca da La Repubblica,
3 marzo 2008)

 
Presenti alla cerimonia:
Alla cerimonia di apertura della tomba hanno preso parte circa 200 persone, compresi i componenti della commissione medica. Sono intervenuti, tra gli altri, tutti i parenti di Padre Pio. Presenti gli otto figli dell’unica nipote vivente del Santo, Pia Forgione: Maria Giuseppa, Alfonso, Rachele, Orazio, Maria Pia, Tarcisia, Michele e Pio. C’era anche Pio Masone, nipote di Felicita Forgione, sorella di Padre Pio. Hanno partecipato anche Consiglia De Martino, la donna di Salerno guarita per intercessione di Padre Pio dalla rottura traumatica del dotto toracico – il miracolo era servito alla beatificazione del Cappuccino di Pietrelcina -, e Matteo Pio Colella, il ragazzo di San Giovanni Rotondo affetto da una sindrome multiorgano scatenata da una meningite, la cui guarigione, ritenuta scientificamente inspiegabile, è stata dichiarata “miracolo” ed è valsa per la canonizzazione.
Erano anche presenti i membri del Tribunale Ecclesiastico per la riesumazione, e la commissione medica.

Istituito e presieduto dall’Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Domenico Umberto D’Ambrosio,
Delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere di Padre Pio, il Tribunale Ecclesiastico per l’esumazione e la ricognizione canonica del corpo di san Pio da Pietrelcina è composto da fr. Francesco D. Colacelli, sacerdote cappuccino con il ruolo di delegato dell’Arcivescovo; don Michele Nasuti, del clero diocesano con l’incarico di promotore di giustizia e da fr. Francesco Dileo, attuario. La loro nomina è contenuta nel decreto di mons. D’Ambrosio, firmato la mattina del 28 febbraio 2008 e letto la sera dello stesso giorno, durante la cerimonia del relativo insediamento, dal Cancelliere della Curia di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, don Matteo Tavano.

Per l’esumazione e la ricognizione canonica delle spoglie mortali di san Pio da Pietrelcina,  con lo stesso decreto dell’Arcivescovo
mons.Domenico U. D’Ambrosio,emesso il 28 febbraio 2008, è stata nominata la Commissione dei periti formata dai dottori: Orazio Pennelli, medico legale, sovrintendente e direttore dell’area sanitaria della Fondazione “Istituto San Raffaele – G. Giglio”
di Cefalù; Luigi Pacilli, specialista in Igiene, Medicina preventiva e Statistica sanitaria, direttore sanitario della Casa Sollievo della Sofferenza; Nicola Silvestri, medico legale, direttore sanitario dell’ASL di Barletta-Andria-Trani; Michele Bisceglia, anatomo
patologo di Casa Sollievo della Sofferenza e Nazzareno Gabrielli, perito del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi, biochimico in servizio presso la Santa Sede, che ha già trattato i corpi dei papi Giovanni XXIII,Pio IX,Pio X e di numerosi santi e beati tra cui don Luigi Orione, i coniugi Beltrame-Quattrocchi,Chiara d’Assisi,Giovanni della Croce e Francesca Saverio Cabrini. Gli stessi sono affiancati, per le incombenze materiali da Giovanni Di Modugno,Vincenzo Masciaveo,Nunzio Ladogana, Matteo Marinaro, Raffaele Mischitelli e i fratelli Giovanni,Michele e Antonio Valerio.

Autorità religiose presenti:

Erano presenti le seguenti autorità religiose: mons. Francesco Pio Tamburino, arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino; mons.Andrea Mugione, arcivescovo metropolita di Benevento; mons.Domenico Cornacchia,vescovo di Lucera-Troia; mons.Antonio Santucci, vescovo emerito di Trivento, mons. Juan Rodolfo Laise, vescovo emerito di San Luis (in Argentina), il ministro generale
dell’Ordine dei Frati Cappuccini, fr.Mauro Jöhri; il vicario generale, fr. Felice Cangelosi, il postulatore generale, fr. Florio Tessari ed i membri del Definitorio Generale.
 
          
Momenti del rito

 

 

 

La monumentale Via Crucis
 
L'area dove è situata la Via Crucis è un complesso urbanistico e architettonico esteso novemila metri quadrati, progettato dall'architello Tito Varisco di Milano e dall'ingegner Saverio Longo di San Giovanni Rotondo.
La prima pietra della monumentale via crucis fu benedetta da Padre Pio il 22 settembre 1968, poche ore prima della sua morte.

La via crucis fu inaugurata il 25 maggio 1971 dal card. Corrado Ursi d Napoli.
Immerse in una foresta di pini, le stazioni hanno un percorso tutto in salita, fino alla vetta, dominata dalla figura di Cristo risorto.
La Via Crucis è opera del famoso artista siciliano Francesco Messina. I pannelli di bronzo sono disposti tutti a destra di chi sale, lungo un sentiero serpeggiante e tormentato nel bosco. Ciascuna delle opere è alloggiata in un'edicola classicheggiante di ganito sardo. La quinta stazione assume un significato particolare, perchè lo scultore ha sostituitoil Cireneo con Padre Pio. Tra i due bracci semicircolari della scalinata, composta da nove rampe, c'è la statua bronzea di Padre Pio nell'atto di benedire. La Madonna col Bambino in marmo bianco di Carrara è collocata al centro dell'opera. Il persorso si conclude in alto con il Cristo risorto. (Campanella, San Pio, 2014, pag. 75-7)

 

                

Veduta generale della via crucis

 

                   

                      

Le 14 stazioni

 

 

Padre Pio è raffigurato nel Cireneo, alla quinta stazione

 
 
 

 

 

Cappella dell'Eucaristia


La cappella dell'Eucaristia si trova varcata la soglia dell'inresso nord della chiesa di San Pio, sulla sinistra.

La custodia eucaristica è costituita da un monolite di pietra lavica dell'Etna, modellata da Floriano Bodini  e impreziosita da formelle in argento.

L'apertura della custoria non avviene tramite una porticina, ma con un sistema scorrevole di ante che si distanziano tra loro trascinando la porticina verso sinistra, per rendere visibile il contenuto del tabernacolo, ostensorio o pisside.

La porta del tabernacolo propone il tema del pellicano.

Le pareti della cappella sono coperte da affreschi dell'équipe dell'arte spiritale del Centro "Aletti", guidata da suor Elisa Galardi, agostiniana della santissima Annunziata, con scene del nuovo testamento.
(Campanella, San Pio, 2014, pag. 97-101)
 
 
 

 

 

 

Rampa che porta alla chiesa inferiore di San Pio
I muri del persorso della rampa verso la chiesa inferiore della chiesa di San Pio presentano una serie di mosaici del gesuita slovacco padre Marko Ivan Rupnik e del suo "Centro Aletti" di Roma. Essi rappresentano scene della vita di  Padre Pio e della vita di San Francesco.

 

     
Padre Pio risponde alle lettere Visita il Cardinal  Mindszenty Con i confratelli I Gruppi di Preghiera Benedice i professionisti      
               
Celebra da solo Prega il Crocifisso Combatte il gigante Cura gli ammalati Sulla Croce con Cristo      
               
Mosaici
di Padre Pio
       
Alter Christus Maria Pyle porta del Paradiso Casa Sollievo          
 

 

 

Angelo musicante Ordini Francescani SultanoSaladino Acqua in vino Frati a predicare
         
Tentazione Temipio S. Michele Arcangelo Michele San Damiano Lebbroso
         
Mosaici
di San Francesco
         
Battesimo Carro di fuoco Porta il pane Denudato  
         
         
         
 

 

Chiesa inferiore, con il corpo di Padre Pio visibile
Le pareti della chiesa inferiore raccontano la vita di Gesù.
La colonna è rivestita da un muro circolare che forma un'intercapedine. A destra c'è Cristo via, verità e vita. A sinistra c'è l'angelo della luce.
Ed è proprio qui che dal primo giugno 2013 si può incontrare Padre Pio da Pietrelcina attraverso le reliquie del suo corpo esposte alla venerazione dei fedeli. Qui attende ancora tutti per per accogliere ogni preghiera, per intercedere presso il Signore per le necessità di ciarcuno, e sopratutto, per testimoniare che un uomo come noi, con un corpo come il nostro, è riuscito a raggiungerela meta della santità, alla quale ciascuno di noi è chiamato. (Campanella, Padre Pio, 2014, 143)

 

             
Getsemani Crocifisso Adultera Gerusalemme Mercanti
         
Battista Emmaus Tentazioni Ritrovato nel tempio Espulso Sinagoga
         
         
Egitto Tommaso Lazzaro Natività Crocifissione
         
         
  Mosaici
di Gesù
Io sono la vita Annunciazione Fornace ardente Giuseppe e fratelli  
         
         
                     
 

 

 

 Cripta con il corpo di Padre Pio    
 
                
 

     

 

                

              

 
              
 

 

Chiesa di San Pio
 
La chiesa di San Pio da Pietrelcina, progettata dall'architetto Renzo Piano, dedicata il primo luglio 2004 da mons. Domenico D'ambrosio, è caratterizzata da un doppio ordine di archi di pietra di Apricena, uno esterno e l'altro interno, per un totale di 17 che, allineati su un unico centro geometrico e sfalsati, tra loro di dieci gradi, sono progressivamente decrescenti in luce e altezza dal sagrato verso la cappella dell'Eucaristia. Ognuno dei conci di pietra, da cui sono composti, è diverso dagli altri, così che anche ciascun arco è differente dall'altro. I due ordini di archi non sono disposti a caso, ma in modo tale da formare tre navate. Non longitudinali, una centrale e due laterali, come nelle chiese del passato, bensì radiali. All'interno ci sono due opere d'arte. L'Altare, di Arnaldo Pomodoro, è realizzato a forma di cuneo che si conficca nel presbiterio. L'ambone di Giuliano Vangi illustra quattro scene del mistero pasquale. Il monumentale organo, fu costruito dalla fabbrica artigiana "Pinchi"di Foligno, composto da 5814 canne, 78 registri reali, e quattro tastiere. Nella chiesa c'è l'arco in pietra più grande del monfo, chiuso da una grande vetrata, oscurata da 121 piccole tende in fibra di carbonio su cui, nel loro complesso, sono serigrafatealcune scene dell'Apocalisse. Si tratta di una selezione di immagini tratte dai 79 arazzi conservati nel castello dei conti d'Anjou e provenienti dal tesoro della cattedrale di san Maurizio in Francia. L'ingresso liturgico ha il portone di bronzo opera di Mimmo Paladino. A sinistra si trova il fonte battesimale a forma di vasca.
(Campanella, Padre Pio 2014, 83-91)

Alla chiesa di San Pio si accede da un viale in salita che conduce ai piedi di una grande croce di pietra alta 40 metri, oppure si accede dal sagrato in discesa, contiguo alle due chiese storiche e al convento. Il sagrato, concepito per ospitare le celebrazioni partecipate da migliaia di fedeli, è reso particolare da 21 alberi di olivo e da 12 vasche trapezoidali, collegate fra loro da undici fontane a velo, formando un unicocorso dìacqua. (Campanella, Padre Pio, 2014, pag.94)
 
              
ll sagrato davanti alla chiesa di San Pio

                   
La maestosa croce e il campanile orizzontale
 
 

                   

                     

L'esterno della chiesa di San Pio

 
 
 

                            

                       

         

L'interno della chiesa di San Pio

 

 

 

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