Capitolo 22: Da 73 a 81 anni

 

A 73 anni: 1960
 

 

2 gennaio 1960: Rino Gerolometti

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Rino Gerolometti, di Castelfidardo era alla ricerca di un posto di lavoro.

 

Sognò che supplicava Padre Pio di aiutarlo, e Padre Pio gli disse in sogno: "Prega."

 

Per le feste di Natale lui e sua moglie andarono a Senigallia dai genitori di lui.

 

La notte del 2 gennaio 1960 Rino sognò ancora Padre Pio che gli disse: "Domani mattina va subito a Senigallia. Devi andare domattina, ho detto."

 

Rino disse alla moglie del sogno e decisero di anticipare il ritorno partendo immediatamente.

 

Rino riporto': "Arrivati a casa, nell'aprire la porta, vidi per terra un telegramma che stava lì da alcuni giorni. Era un invito a passare per una banca.

 

Andai a quella banca immediatamente e mi ricevette il direttore, che disse: "Signor Gerolometti, finalmente è venuto; se non fosse arrivato oggi, non l'avremmo assunto più.”

 

“ Io rimasi in servizio in quella banca sino all'età della pensione." (P. Marcellino Iasenzaniro, “Il Padre San Pio da Pietrelcina Sacerdote Carismatico, Testimonianze, Edizioni Padre Pio,2006, parte seconda, pagine 363-4)

 

 

 

 

Febbraio 1960
Nel febbraio del 1960, il cardinale Ottaviani, segretario del Sant’Uffizio, decise di inviare padre Bonaventura da Pavullo a San Giovanni Rotondo per una indagine.

 

Padre Bonaventura, fatta la visita, il 13 febbraio presentò una relazione in cui Padre Pio venive definito "retto, semplice, delicato", ma c'era anche "un'indebita implacabile ingerenza dei borghesi nelle cose del convento", e che "in questo luogo affluisce molto, direi troppo, denaro", e nei riguardi del comm. Angelo Battisti, un uomo "di cultura limitata, bravo amministratore, costretto a tamponare non poche falle." (Campanella, Oboedientia, 94-5)

 

Sant'Ufficio

 

Cardinale Ottaviani

 

 Padre Bonaventura da Pavullo

 


           


12 marzo 1960: Crovini mandato come investigatore

La missione di mons. Crovini si svolse tra il 18 e il 28 aprile 1960.

Mons. Crovini aveva rifiutato le credenziali che il cardinale Ottaviani voleva dargli e si presentò a San Giovanni Rotondo in privato, motivando la sua presenza sul posto con la necessità di essere sottoposto ad accertamenti clinici presso la Casa Sollievo. Sicché la visita avvenne in forma risevata.

Durante la sua permanenza a San Giovanni Rotondo, mons. Crovini ebbe lunghissimi e riservati colloqui con Padre Pio, che, fra l’altro, gli diede garanzia assoluta sull’onestà e la competenza del comm. Angelo Battisti. Dopo due giorni di sosta nella Casa Sollievo, dove si fece ricoverare simulando la necessità di accertamenti clinici, mons. Crovini partì all’improvviso.
(Giannuzzo, San Pio, 367-8) (Peroni, Padre Pio, p. 505, nota 19)


 

Mons. Mario Crovini (al centro della foto)



11 maggio 1960: Microfoni


L'11 maggio 1960 fu effettuata la prima registrazione in foresteria, durante l'incontro di Padre Pio con Cleonice Morcaldi.

Quando Padre Giustino e fra Masseo riascoltarono il nastro credettero di percepire "delle frasi di tenerezza , delle espressioni di Padre Pio che noi non eravamo abituati  a sentire dalla sua bocca", e persino "un bacio."

In realtà altri che ebbero modo di sentire successivamente le registrazioni riuscivano o capire poco o niente.

" Padre Giustino informò i suoi superiori, e quando la notizia giunse anche a don Umberto Terenzi, questi "andò subito a riferire la cosa al S. Uffizio e ne ebbe ordine di recarsi personalmente a San Giovanni Rotondo, di farsi consegnare i nastri, e di portarli là." E così avvenne.

Successivamente padre Giustino fu chiamato a deporre per chiarimenti, sopratutto per qualche frase dialettale del posto. Mons. Crovini, conoscendo i luogi dove era avvenuta la registrazione potè documentare: "Chi ha visto lo sportello tra la camera e la foresteria  vede bene che non si poteva passare dall'altra parte. Mi sembra quasi impossibile un  ire le facce e scambiare baci."

Le intercettazioni nella cella #5 cessarono quando Padre Pio scoprì un buco che partiva dalla camera accanto dove dormiva Padre Giustino e vide che "attraverso la parete passava il filo del microfono che avevano collocato sotto il cuscio del letto. Fu lui stesso, con un coltello a serramanico, a tagliare i fili del microfono."
(Campanella, Oboedientia, 112-6)

Don Terenzi andava dicendo che, dall’ascolto di 24 registrazioni, si potevano evidenziare affari poco chiari relativi alla gestione dell’Ospedale, nonché peccaminose effusioni delle pie donne.

Al riguardo il Provinciale, padre Amedeo da San Giovanni Rotondo, che ebbe modo di ascoltare le bobine a fianco di don Terenzi, rilasciò una dichiarazione sotto giuramento affermando di non avere sentito «quasi nulla della conversazione di Padre Pio con le “pie donne”. La voce registrata era così fioca che potei captare solo qualche parola, mai una frase completa. Fu ad un certo punto che don Terenzi, anche lui in ascolto insieme con me, mi disse: “Attenzione! Qui sentirai scoccare un bacio”. Ma io non l’ho udito affatto questo scocco»
(Giannuzzo, Padre Pio, 374)

Le cosiddette tre «pie donne», tutte legate a Padre Pio e alla Casa Sollievo della Sofferenza: Cleonice Morcaldi, maestra in pensione; Tina Belloni, nubile benestante che aveva acquistato una casa vicino al Convento; Caterina Telfener, moglie del conte John Telfener, amministratore unico della società immobiliare annessa alla Casa Sollievo .
(Giannuzzo, San Pio, 365)

Altre fonti:
A poco a poco, tra la fine di maggio e il giugno del 1960, vennero impiantati microfoni e registratori ovunque il Padre era solito intrattenersi con il comm. Angelo Battisti o con qualcuna delle tre «pie donne», legate alla Casa Sollievo.
Venne installato un microfono anche sotto il letto della cella di Padre Pio.
(Giannuzzo, San Pio, 372) (Peroni, San Pio, 497-8)   (CHIOCCI e CIRRI, vol. III, p. 554-5 )  (PRONZATO, Padre Pio, mistero doloroso, p. 287) 

La stanza della foresteria con la finestra incriminata


Padre Giustino da Lecce e padre Daniele da Roma

 
Cleonice Morcaldi Parla con Padre Pio, la contessa Caterina Telfner guarda l'obiettivo


Don Terenzi indica il registratore Geloso che venne usato


Padre Amedeo da San Giovanni Rotondo





30 luglio 1960: Mons. Carlo Maccari

Il 30 luglio 1960, mons. Maccari, accompagnato da don Giovanni Barberini, giunse a San Giovanni Rotondo come visitatore apostolico inviato dal card. Alfredo Ottaviani, segretario del Sant'Ufficio.

   Il palazzo del Sant'fficio in un'antica stampa

Mons. Maccari rientrò provvisoriamente a Roma il 6 agosto per riferire le sue impressioni e «per non turbare, con la sua presenza, la celebrazione del cinquantesimo di Messa di Padre Pio».

Il 16 agosto monsignor Maccari tornò a San Giovanni Rotondo e vi rimase per un'altra quarantina di giorni, durante i quali interrogò moltissime persone, compresi Padre Pio e il commendator Battisti.

Il 5 novembre consegnò al Sant'Offizio il frutto di tale lavoro: una relazione di 208 pagine, più due cartelle di documenti.


Poche parole estratte dalla sua relazione:

«C’è oggi una vera industria, che vive e prospera con la propaganda della “santità del primo sacerdote stigmatizzato”.

"Tutta quest’atmosfera di falso soprannaturale... non è altro che il frutto di una colossale e capillare organizzazione in mano a pochissime figlie spirituali, a loro volta aiutate e sostenute ciecamente da altri uomini e donne...

Non risponde a verità dire che l’interessato principale sia completamente all’oscuro di una macchina che si fa sempre più mastodontica e che reca in tutto il mondo la fama della sua “santità” e dei suoi “miracoli”».

Misure proposte:

a).ricondurre il religioso alla osservanza della regola conventuale, pur tenendo conto dell’età e delle condizioni di salute;

b).togliere l’ora fissa nella celebrazione quotidiana della Santa Messa, cominciando (con il pretesto dell’età e della salute) a posticipare l’orario attuale;

c).proibire ai sacerdoti e molto più ai Vescovi di servire la Messa a Padre Pio o assistervi entro il presbiterio;

d).conservare l’attuale disciplina per le confessioni delle donne, ma rivedendo attentamente il sistema delle prenotazioni e facendo sì che le “pie” e le “fedelissime” si accostino al confessionale del Padre non più di una volta al mese;

e).trovare un direttore spirituale prudente ed esperto». 

«Eliminare ogni interferenza della Curia Provinciale di Foggia; scegliere il Guardiano sempre da altra Provincia; procedere ad un graduale ricambio di religiosi, prendendoli anche da altre Province»


Le misure, specificatamente proposte nella relazione di mons. Maccari, saranno accolte e fatte proprie dal Sant’Uffizio nella riunione del 14 dicembre 1960.
(Campanella, Oboedientia, 152-8) (Giannuzzi, San Pio, 389-90)



 Mons. Maccari


         
Padre Pio da solo


Sale le scale da solo con rischio di cadere


La grossa cancellata tra le due chiese


 

1960: Piergiorgio Biavati

L’angelo di Padre Pio non aveva la patente, ma guidava la macchina. (Piergiorgio Biavati)

A Piergiorgio Biavati: “Il mio angelo ha guidato al posto tuo.”

 

Piergiorgio Biavati si mise in macchina da Firenze a San Giovanni Rotondo nel 1960 per assistere alla Messa di Padre Pio e confessarsi da lui. A metà strada si sentì stanco, e si fermò un po’ da un benzinaio per prendere un caffè. Poi continuò il viaggio.

 

Dice il protagonista: “Mi ricordo solo una cosa, che accesi il motore e mi misi al volante, poi non ricordo nient’altro. Non ricordo nulla delle tre ore passate al volante.

 

Quando già ero di fronte alla chiesa di San Giovanni Rotondo, qualcuno mi scosse e mi disse: “Adesso prendi tu il mio posto”.

 

Padre Pio, dopo la messa, mi confermò: “Hai dormito per tutto il viaggio e la stanchezza se l’è tenuta tutta il mio angelo, che ha guidato al posto tuo”. (Padre Alessio Parente, "Mandami il tuo angelo custode", Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, 2011, pagg. 195-6)

 

A 74 anni: 1961
 

1° febbraio 1961: Padre Paolo Philippe, domenicano

L'1 febbraio 1961 Mons. Philippe, domenicano, ando' da Padre Pio su incarico della Suprema Congregazione del Sant'Uffizio in una "missione segretissima' per contestargli le accuse che gravavano su di lui dalla documentazione presente in Congregazione. Philippe concluse con una relazione altamente negativa.

Ecco alcune frasi: «P. Pio mi è apparso come un uomo di intelligenza limitata, ma molto astuto ed ostinato, un contadino furbo che cammina per la sua strada senza urtare i Superiori di fronte, ma che non ha alcuna voglia di cambiare».

«P. Pio è passato insensibilmente da manifestazioni minori di affettuosità ad atti sempre più gravi, fino all’atto carnale. E, adesso, dopo tanti anni di vita sacrilega, forse non si accorge più della gravità del male. Questa è la storia di tutti i falsi mistici che sono caduti nell’erotismo».

Un giudizio così duro su Padre Pio spinse padre Paolo Philippe a suggerire, nella sua Relazione, misure ancora più severe di quelle proposte da mons. Maccari:

«1°)Sospensione dalle confessioni dei fedeli, “ad nutum S. Officii”;

2°)sospensione dalla S. Messa, finché lasci S. Giovanni Rotondo;

3°)trasferimento al più presto possibile in un convento lontano»
(Campanella, Oboedientia, 179-80)


Sessione del Sant'Ufficio



Futuro Cardinale Paul-Pierre Philippe, domenicano



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8 aprile 1961: Mons. Andrea Cesarano

Il 18 aprile 1961 Mons. Cesarano, arcivescovo di Manfredonia, si recò a far visita al Santo Padre Giovanni XXIII.

Il Papa subito gli chiese: “Che mi racconti di Padre Pio? "

 “Padre Pio è sempre l’uomo di Dio che ho conosciuto all’inizio del mio trasferimento a Manfredonia. È un apostolo che fa alle anime un bene immenso”.

 “Don Andrea, adesso si dice tanto male di Padre Pio”.

“Ma per carità, don Angelo. Sono tutte calunnie. Padre Pio lo conosco sin dal 1933 e t’assicuro che è sempre un uomo di Dio. Un santo”.

“Don Andrea, sono i suoi fratelli che l’accusano. E poi... quelle donne, quelle registrazioni... Hanno perfino inciso i baci”.

Monsignor Cesarano: “Per carità, non si tratta di baci peccaminosi. Posso spiegarti cosa succede quando accompagno mia sorella da Padre Pio?” “Dimmi”. E monsignor Cesarano raccontò al Santo Padre che quando sua sorella incontrava Padre Pio e riusciva a prendergli la mano, glie la baciava e gliela ribaciava, tenendola ben stretta, malgrado le vive rimostranze [del Padre] nel timore di sentire un ulteriore male per via delle stigmate.

Il buon Papa Giovanni alzò lo sguardo al cielo ed esclamò: “Sia lodato Dio! Che conforto che mi hai dato. Che sollievo! Ti prego, avverti subito il cardinale Tardini e il cardinale Ottaviani del tuo arrivo. Di’ a loro ciò che hai raccontato a me. Domani ci sarà la riunione dei membri del Santo Offizio che discuteranno proprio il caso di Padre Pio. Io ti preannunzierò ai due Eminentissimi con una telefonata”...».

In seguito, dopo queste ed altre chiare e convincenti informazioni ricevute da mons. Cesarano, anche il Pontefice affermerà: «Su Padre Pio mi hanno ingannato»
(Campanella, Oboedientia, 183-5)


Mons. Cesarano fa l'ingresso a Manfredonia nel 1931
 

Mons. Cesarano a fianco di Padre Pio che benedice la copertura di Casa Sollievo

Mons. Cesarano, il giorno della morte di Padre Pio



 

 

 

1961: Padre Angelo Maria da Milano

 Salvatore Corrias raccontava che un pomeriggio del 1961 si recò a salutare il suo amico Padre Angelo Maria da Milano.

 

Al convento di Milano gli dissero che avevano appena telefonato dall'ospedale che preparassero una camera ardente, perché' Padre Angelo Maria era morto.

 

Corrias si precipitò all'ospedale e vide che il frate era in condizioni molto gravi, ma era ancora vivo. Gli disse che avrebbe pregato Padre Pio per la sua guarigione.

 

Il Corrias pregò intensamente per diversi giorni, e cinque giorni dopo fu informato che il padre Angelo Maria era fuori pericolo. Dopo alcuni giorni il padre Angelo tornò al convento e tutti fecero una grande festa.

 

Padre Angelo Maria confidò a Padre Mariano che durante la malattia aveva visto Padre Pio che gli aveva messo una mano sulla spalla e gli aveva detto: "Stai tranquillo, perché guarirai."

Ma la conferma piu' clamorosa venne una anno e mezzo dopo, quando al convento di Milano arriva  un frate di San Giovanni Rotondo che disse: "Io ero al servizio del Padre, e tutto d'un tratto mi disse: "Da questo momento non ci sono più per nessuno, per nessun motivo. Adesso devo andare a Milano ove c'è un nostro confratello gravemente malato che ha bisogno di me."

 

Padre Pio stette immobile dinanzi al suo tavolino su cui aveva poggiato le braccia sulle quali posava la sua testa. Dopo dieci minuti fu come se si svegliasse e disse: "Sono stato a Milano. Il confratello sta veramente male. Speriamo nella grazia di Dio."

 

La stessa scena si ripeté  per cinque giorni, e l'ultima volta Padre Pio disse: "Sono contento, non dovrò più andare a Milano, perché il nostro confratello sta bene." (“Voce di Padre Pio”, Aprile 1979, pag. 13) (Socci, Il segreto, nota 235)


Padre Mariano con Padre Pio


Testa posata sulle braccia


 

 

A 75 anni: 1962
 
11 novembre 1962: Inaugurato il Concilio Ecumenico Vaticano II,  che si chiuderà l'8 dicembre 1965
 

17 novembre 1962: Dr. Wanda Poltawska

 

La dottoressa Wanda Poltawska, medico polacco, durante la seconda guerra mondiale era stata prigioniera nel campo di concentramento di Ravensbruck in Germania. Lei e la sua famiglia erano amici del vescovo Karol Wojtyla.

 

Il 17 novembre 1962 Mons. Wojtyla, che si trovava insieme agli altri vescovi polacchi a Roma per il concilio, venne informato che Wanda aveva un tumore. Mons. Wojtyla scrisse subito a Padre Pio un biglietto in latino, da far recapitare tramite Angelo Battisti, che era impiegato nella segreteria di Stato, ed era anche Amministratore di Casa Sollievo. 

 

Ecco la traduzione del biglietto in latino:

 

"Roma, 17 novembre 1961. Venerabile Padre, le chiedo di elevare una preghiera per una madre di quattro figlie, di quarant'anni, di Cracovia in Polonia, (durante l'ultima guerra detenuta per cinque anni in un campo di concentramento in Germania), in gravissimo pericolo di salute e anche di vita, a causa di un cancro: affinché Dio mostri la sua misericordia a lei e alla sua famiglia per intercessione della Beatissima Vergine. Obbligatissimo in Cristo. Carlo Wojtyla, vicario capitolare di Cracovia."

 

Quando Padre Pio ricevette il biglietto disse ad Angelo Battisti: "Conserva questa lettera perché è molto importante."

 

Dopo solo 11 giorni Mons. Wojtyla inviava una seconda lettera a Padre Pio, sempre tramite Angelo Battisti.

 

Ecco la traduzione in italiano dell'originale in latino:

 

"Venerabile Padre, la donna che abita a Cracovia in Polonia, madre di quattro figlie, ha improvvisamente recuperato la salute il 21 novembre, prima dell'operazione chirurgica. Grazie a Dio. Allo stesso modo, rivolgo fervidi ringraziamenti anche a te, Padre Venerabile, a nome di lei, di suo marito, e di tutta la famiglia. In Cristo, Carlo Wojtyla, vicario capitolare di Cracovia. Roma, 28 novembre 1962". 

 

(Capuano, Con P. Pio, 232-4) (P. Pio Capuano, Con P. Pio: come in una fiaba, tra sogno e realtà, Grafiche Grilli, Foggia, 2012, pagg. 232-4)

Wanda doveva essere operata di venerdì. Il sabato mattina Mons. Wojtyla telefonò per avere notizie. La dottoressa gli diede la buona notizia che all'ultima valutazione pre operativa il chirurgo non aveva trovato traccia del tumore. Il tumore non era più lì.

 

 

Il giornalista Jim Gallagher incontrò Wanda Poltawska molti anni dopo, quando lei aveva 73 anni, nel 1989. La dottoressa lavorava ancora a tempo pieno, e aveva appena finito di parlare a un simposio internazionale tenuto a Roma, all'Università Lateranense.

 

La dottoressa ricordò quando lei stessa visitò Padre Pio nel 1967 in San Giovanni Rotondo:

 

"Dopo la Messa, il Padre passò davanti a me per tornare in sacrestia. A un certo punto si fermo e scrutò la gente coi suoi occhi. Poi egli si girò e camminò verso di me. Egli mi guardò diritto negli occhi, e io non dimenticherò mai lo sguardo che mi dette. Egli alzò la sua mano e carezzò la mia testa. Poi, con la sua mano cullando il di dietro della mia testa disse: "Stai bene adesso mia cara figlia? Stai bene? "

 

Io capii in quel momento nel profondo della mia anima che era stato lui a ottenere la mia guarigione."

 

(Jim Gallagher, Padre Pio the Pierced Priest A Biography, Fount Paperbacks, London, 1995, pagg. 178-85. Il capitolo 22 del libro è dedicato alla descrizione del fatto in dettaglio).

 

Mons. Karol Wojtyla con la famiglia Poltawska

 

Il biglietto in latino del 17 novembre 1962

 

Il biglietto in latino del 28 novembre 1962

 

Lettera di ringraziamento del 14 dicembre 1963

 

           

Ill Papa Giovanni Paolo II con la famiglia Poltawska

 

 

    

 La dottoressa Wanda Poltawska molti anni dopo

 

 
 

 

 

 

A 76 anni: 1963



22 gennaio 1963: Padre Pio celebra 60 anni di vita religiosa

Il 12 febbraio 1963 Padre Pio scrive ad Emanuele Brunatto scongiurandolo di non pubblicare il libro riguardante la sua persona.

14 maggio 1963: muore Padre Agostino
 
3 giugno 1963: muore Papa Giovanni XXIII
 
11 giugno 1963, durante la sede vacante, i definitori provinciali e alcuni altri frati furono allontanati dalla provincia religiosa di Foggia e dispersi per l'Italia, senza spiegazione.
 
15 giugno 1963: A nome dell'Associazione Internazionale per la difesa e l'opera di Padre Pio è preparato e sta per essere presentato all'ONU alla sezione dei Diritti dell'uomo, il libro bianco di Emanuele Brunatto stampato a Ginevra "Padre Pio", con una nota preliminare e una presentazione.

Il dossier ripercorre tutte le vicende  fino ad allora accadute, diviso in tre parti: i fatti, la giustizia, i documenti. (Mischitelli, 735 e nota 33)

Il libro di Brunatto
Nel mese di settembre 1963 il superiore provinciale dei frati, Padre Torquato da Lecore, pur nominato dal Santo Officio due anni prima, venne sostituito dallo stesso Santo Officio con un altro con la qualifica di Amministratore Apostolico. Si chiamava Padre Clemente da S. Maria in Punta e veniva dal Veneto. (Mischitelli, 737)
 
 
16 novembre 1963: Padre Pio celebra il matrimonio Guglielmini - Segato.
Padre Pio era sempre disponibile a celebrare il matrimonio di parenti, amici, e di chiunque ne faceva richiesta. Il Padre Superiore faceva da tramite, raccogliendo la necessaria documentazione. Spesso era il parroco della chiesa di origine della sposa che si interessava direttamente. Ilmatrimonio poteva essere celebrato durante la messa che Padre Pio celebrava all 5 di mattina, oppure durante il giorno, nella tarda mattinata, quando padre pio aveva finito di confessare le donne. Il quel caso Padre Pio vestiva semplicemente cotta e stola e seguiva il testo del Rituale del Matrimonio al difuori della Messa.
Padre Pio seguiva con particolare affetto le coppie che venivano da lui per celebrare il loro matrimonio. I coniugi gia' sapevano quello che Padre Pio avrebbe detto loro al termine della cerimonia: "Che possiate avere otto figli." Padre Pio, lui stesso era il quinto di otto figli.
 
16 novembre 1963: Ugo Guglielmini e Luciana Segato di Padova sposi

            
          
Matrimoni celebrati da Padre Pio

  

Salvatore Casalino e Carmelina Miglionico il 28 giugno 1962.

La sposa bacia con estrema reverenza la mano piagata di Padre Pio.

Raffaele Esposito       Lalla - Pellegrino    Nunzio Melito e Dina Giuliano
 

 

A 77 anni: 1964
 

Il 30 gennaio 1964 Il Cardinale Alfredo Ottaviani, convocò al Sant'Ufficio il Padre Clemente, comunicandogli che era volontà del Santo Padre Paolo VI  che Padre Pio svolgesse il suo ministero in piena libertà.

 

Il 19 febbraio 1964 Padre Clemente, recatosi a San giovanni Rotondo riferì al nuovo superiore la volontà del Papa, tolse la clausura alla sacrestia, permise a Padre Pio di ricevere di nuovo le figlie spirituali e di confessare chiunque ne avesse avuto bisogno.

 

Il 25 marzo 1964 alle 17:30 era il giorno e l'ora che Emanuale Brunatto aveva stabilito per la Conferenza da tenersi a Ginevra per illustrate il Libro Bianco da presentare all'ONU in difesa di Padre Pio. Gli inviti erano stati inviati da tempo agli ambasciatori di molti Paesi. A causa delle nuovissime disposizioni a favore di Padre Pio, la conferenza dovette essere cancellata perchè "non ce n'è necessità". (Mischitelli, 738-9)

 

 

Il 31 marzo 1964 in una sua lettera inviata al superiore di San Giovanni Rotondo, il Cardinale Ottaviani ribadiva l'abolizione delle restrizioni imposte da Mons. Maccari. (Positio, vol IV, sez. 1, pag. 43) (Mischitelli, 738 e nota 40)

 

 

 

La Domenica del Corriere del 12 aprile 1964

 

 

 

In data 11 maggio 1964 Padre Pio stendeva un testamento olografo, in cui nominava la Santa Sede, e, per essa, il Sommo Pomtefice pro-tempore, "erede universale di tutti i beni mobili  e immobili." (Fernando, 498)

 

 

 

 

 

La notte tra il 5 e il 6 luglio 1964, nella sua cella si udì un boato enorme e si trovò Padre Pio che gemeva, caduto riverso sul pavimento, e ferito all'arcata sopracciliare. (Crocifisso, 49)

 

Domenica 5 luglio 1964: Padre Pio malmenato da lucifero

  Padre Joseph Pius, americano di New York, noto col suo nome di famiglia, Bill Martin prima del noviziato, conobbe Padre Pio nel 1959, torno' nel 1064 e stette con lui come suo assistente fino alla morte. 

 

Egli riportò: "Nel mese di giugno del 1964 c'era nella chiesa di Santa Maria delle Grazie una donna posseduta dal diavolo. Padre Pio la benedisse, e la donna cominciò a parlare, ma in una voce innaturale di basso, e disse: "Padre Pio, ci vedremo stanotte."  La gente non ci diede importanza, come se la donna fosse un pò matta.

 

Quella notte il padre superiore fu svegliato da un fracasso tremendo che proveniva dalla stanza di Padre Pio. Egli trovò Padre Pio sul pavimento, con un cuscino sotto la testa, con la fronte sanguinante. C'era un taglio sulla faccia sopra il sopracciglio destro. Gli occhi erano neri, ed anche sotto gli occhi c'era tutto nero. Le sue spalle erano terribilmente escoriate. 

 

Il superiore chiese: 'Chi vi ha messo il cuscino sotto la testa?' Padre Pio: "La Madonna." 

 

Egli stette così per una settimana, senza poter celebrare la Messa.

 

Gli esorcismi continuarono la mattina dopo, e il diavolo disse all'esorcista: "La scorsa notte sono stato sopra, a visitare il vecchio. Io lo odio tanto perché è una sorgente di fede. Io gli avrei fatto tanto più male se non fosse stato per la Signora Bianca che mi fermò e proibì di continuare. "

 

Circa due anni dopo una donna andò a confessarsi da Padre Pio e disse: "Padre, l'ultima volta che ero qui fu quando quel piccolo diavolo vi fece tanto male. Padre Pio: "Piccolo diavolo! Non era per niente piccolo! Mi picchiò con le zampe di Lucifero."   (Rev. John A. Schug, Capuchin, Padre Pio, National Centre for Padre Pio, Barto, PA, 1995, pag. 72-3); Prima Edizione  1976)

 

La giovane indemoniata

 

La giovane indemoniata era una diciottenne della provincia di Bergamo. L'assalto a Padre Pio avvenne la sera domenica  5 luglio verso le 22. Padre Pio grido': "Fratelli aiutetemi! Fratelli aiutatemi!"

 

Il giorno dopo Padre Dellepiane incontra Padre Pio nel corridoio del primo piano, sostenuto da due confratelli. A quel punto odono la voce della giovane invasata dal demonio che, dal corridoio di sotto, urla:

 

"Quell'anima era g mia; me l'ha levata per forza, all'ultimo istante, quel vecchiaccio. L'avrei dovuto distruggere questa notte; e gli occhi glieli avrei cacciati certamente se quella donna non gli avesse messo un cuscino sotto il viso."

 

Lunedi' mattina 6 luglio il demonio, per bocca dell'ossessa, diede un altra conferma dell'accaduto: "Ieri sera alle 10 sono stato a trovare qualcuno... mi sono vendicato... così imparera' per un'altra volta."

 

Padre Pio Dellepiane, dei Frati Minimi diede una testimonianza scritta. I due confratelli che sostenevano Padre Pio nel corridoio erano Padre Onorato e Padre Eusebio. Padre Alberto D'Apolito con altri sacerdoti tentarono invano di esorcizzare l'indemoniata. Egli deridendoli gridava: "Non vi vergognate. Avete mangiato e bevuto e ora volete cacciarmi da questo corpo. Non sarà mai."

 

Quando Padre Pio dopo alcuni giorni potè scendere per celebrare, la ragazza indemoniata, al vederlo uscire con i paramenti sacri, caccio' un grande urlo, svenne, e si rialzo' liberata dal demonio.

(Luigi Peroni, Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Borla, Roma 2002, pag. 541 e note 12 e 13 pp. 545-6)

(Versione da testimone di Padre Alberto D'Apolito, Padre Pio da Pietrelcina, Ricordi – Esperienze - Testimonianze, pag.72-5)

 

Il maligno

Quando Padre Pio riprese a confessare, Cleonice Morcaldi gli chiese: "Padre, è stato il maligno a farti cadere?" Egli rispose; "Lo Spirito Santo certo no!" (Padre Pio a Cleonice  Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio diario intimo spirituale, Edizioni casa sollievo della sofferenza, quinta edizione, 2013, pag. 216)

 
 
24 ottobre 1964: Congresso di Radiologia

 Il 24 ottobre 1964 centinaia di radiologi di tutta italia si riunirono a convegno. In quella occasione Padre Pio benedisse la sala dei congressi e la biblioteca di libri scientifici.

             

                      
 
 
 
 
 
 
 
 

 

A 78 anni: 1965
 
Il 10 febbraio 1965 morì a Roma, all'età di 73 anni, Emanuele Brunatto. Brunatto fu uno dei primi testimoni ed assertori della santità di vita di Padre Pio, anche quando molti, costituiti in autorità ed anche in virtù cristiane, non credevano. (Mischitelli, 750)
 

Il 12 febbraio 1965 il Cardinale Ottaviani convocò l'amministratore apostolico Padre Clemente e gli ingiunse che bisognava comportarsi con Padre Pio come se non fosse tenuto al voto di obbedienza eciò in conformità all'esplicito volere del Santo Padre. (Positio, vol. II, pag. 479) (Mischielli, 748)

 

Il 13 febbraio 1965 morì a San Giovanni Rotondo, all'età di 75 anni, Elvira Serritelli, figlia spirituale, prediletta degli anni 20. (Mischitelli, un uomo un santo, 753)

Elvira aveva fatto delle accuse a Padre Pio circa la sua moralità. Nell'accusa coinvolgeva se stessa per dar valore alla calunnia. L'accusa fu portata anche al visitatore apostolico. Padre Pio lo seppe subito da altre figlie spirituali. Taceva e sopportava. A chi gli chiedeva in quei giorni come si sentisse, rispoceva serafico: "Che cosa posso farci se uno mi getta fango addosso? Io prego e mi impegno a pregare per la salvezza delle anime, e anche di certe anime!"
 (Mischitelli, il confratello, 209)

 

 

17 febbraio 1965: concessa a Padre Pio la dispensa di poter continuare a usare il latino nella celebrazione della messa. (Crocifisso, 498)

 

 

Nella primavera del 1965, la sorella di Padre Pio, suor Pia, al battesim Graziella, lasciò il suo istituto religioso. Aveva 71 anni. Alcuni figli spirituali le trovarono una sistemazione presso l'istituto religioso Mater Misericordiae. (Mischitelli, 755)

 

 

1965: Angelo Custode di Padre Pio

Padre Alessio riporta che “Nel 1965 passavo parte della notte a far compagnia a Padre Pio, e la mattina dovevo accompagnarlo fino all’altare. Dopo di che teneva i suoi guanti e io andavo nella mia cella a riposarmi un po’.

 

Molte volte, quando non mi svegliavo in tempo, sentivo qualcuno bussare forte alla mia porta. A volte sentivo nel sonno una voce che mi diceva: “Alessio, alzati”.

 

Un giorno non mi svegliai, né per la messa né per accompagnarlo dopo le confessioni. Svegliato da altri fratelli, andai nella cella di Padre Pio e gli dissi: Perdonami, padre, non mi sono svegliato”.

 

Lui mi rispose: “Credi che io stia a mandarti sempre il mio angelo custode a svegliarti?  (Positio II, p.6)  (Pena p.36)

 
 

 

1965: Padre Marcellino

Padre Marcellino Iasenzaniro fu assistente di Padre Pio dal mese di aprile al mese di settembre 1965. Egli riporta questo fatto personale avvenuto in quel periodo.

 

“Un giorno i miei nipoti mi comunicarono che mia sorella Domenica Tomai , vedova Forlano si era gravemente ammalata. Comunicai la notizia a P. Pio, chiedendogli preghiere ed esprimendo il desiderio di andarla a trovare. Il Padre mi disse: “Va e torna presto.”

 

Giunto da mia sorella e, trovatala in gravi condizioni di salute, le amministrai il sacramento dell’Unzione degli Infermi. Dopo tre giorni fui di ritorno a San Giovanni Rotondo....

 

Mi aspettavo da un momento all’altro di ricevere un telegramma o una telefonata che me ne annunziasse la morte.

 

Invece un bel giorno mi arrivò una lettera da mia nipote, che mi diceva semplicemente: “Caro zio, la mamma sta bene. Ha sognato Padre Pio, il quale le ha appoggiato la mano sullo stomaco, e le ha dato una medicina. Da allora è guarita.” 

 

Io volevo la conferma dalla bocca dello stesso Padre Pio. Mi recai da lui e lo trovai sul terrazzo. Gli dissi: “Mia sorella sta bene, da quando ha sognato lei.” Padre Pio intento mentre io parlavo rideva.

 

Ad un certo punto gli chiesi: “Padre, ma come avete fatto a trovare la casa dell’ammalata? Chi vi ha dato l’indirizzo?”

 

“E che – rispose – ho forse bisogno dell’indirizzo?” (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un Santo II volume Carità e Prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 149) (Padre Gerardo di Flumeri, Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 1993, pag. 133 nota 1)

 
 
 3 Maggio 1965: Don Giacomo Alberione 
   

    Don Alberione con Padre Angelico in visita alla famiglia Bevilacqua di San Giovanni Rotondo
 
8 dicembre 1965: Chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo.
 
Vescovi del Concilio

Tra il 1962 e il 1965, durante il Concilio, molti vescovi visitarono Padre Pio.
                                                                                         
Cardinal Bacci              Cardina Lercaro         Cardinal Tedeschini      

  Mons. Paolo Carta     Mons. Viola   
 

 

A 79 anni: 1966
 
5 maggio 1966. Si celebrò il decimo anniversario dell'inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza, che era già riconosciuta come uno dei migliori ospedali di tutto il meridione d'Italia (Mischitelli,767)
Il 5 maggio 1966 il Cardinal Giacomo Lercaro celebra la messa nel decimo anniversario di Casa Sollievo.

  Padre Pio assiste alla messa.

  Dopo la funzione del 5 maggio 1966 la folla si accalca intorno a Padre Pio.

Gran parte del contenuto fotografico di questa pagina origina da "Padre Pio and his work", edizioni Casa Sollievo 1986


 
Il 5 maggio del 1956, seguendo l'invito di Papa Pio XII a pregare,  delineò la fisionomia del Gruppi di Preghiera a suscitare "vivai di fede, focolai di amore nei quali Cristo stesso è presente ogni volta che si riuniscono per la preghiera e l'agape eucaristica." (Alessandro da Ripabottoni, Padre Pio così pregava e insegnava a pregare, Edizioni Paoline, 1999,  pag. 24
 
Il 14 ottobre 1966 Padre Pio precisò alla nipote Pia Forgione Pennelli: "Fra due anni io non ci sarò più. Perchè? Sarò morto!" (Fernando, 499)


Pia Forgione sposa Mario Pennelli nel 1945


Pia Pennelli con la famiglia

 
Pia Forgione Pennelli morì il 22 gennaio 2014 
Ebbe otto figli: Maria Giuseppa, Alfonso, Rachele, Orazio, Maria Pia, Tarcisia, Michele e Pio.

 

 

 

 

1966: Domenica delle Palme (3 aprile). Il prof. Medi, il superiore Padre Carmelo Da S. Giovanni in Galdo, P. Pellegrino e P. Alessio

 

   

31 ottobre 1966 Prima Comunione di Salvatore Lombardi

PadrePio era sempre pronto a offrire la Prima Comunione ai bambini, quando la famiglia o gli altri frati del convento glielo chiedevano. Questo accadde fino all'ultima Messa, nella quale fece la prima comunione a tre bambini, su richiesta del frate che lo assisteva. Dopo la Messa il Comunicando riceveva un attestato con la firma di Padre Pio.

 

        Salvatore Lombardi      Giuseppe Lombardi

 

Pasqualino Del Vecchio   Pio Roversi     Antonella Rispoli   Enrico Romito  

  Innocenzo Battista   Dino Natale    Francesco Tricerri    Maria Rosaria Zambotto  

  Livia Bugnach 

        

        Prime comunioni nell'ultima Messa di Padre Pio

 

 

 

 

Novembre 1966: Alluvione di Firenze

 

Nel 1966 due coniugi di Firenze chiesero a Padre Pio se dovevano vendere il negozio di preziosi che avevano sul Ponte Vecchio.

 

Padre Pio: "Fatelo al più presto."

 

Essi però persero un po' troppo tempo. Nell'alluvione del novembre del 1966 la furia dell'acqua portò via tutto." (Iasenzaniro, Testimonianze, parte seconda, 313)

 

Dal 24 novembre 1966 Padre Pio cominciò a celebrare la messa stando seduto. (Fernando, 498)
 
 
Il 26 dicembre 1966 Padre Pio celebrò il suo 50° di permanenza a San Giovanni Rotondo. (Crocifisso, 418)
 
1966: confessioni
In tutto il 1966 risultarono confessate da Padre Pio oltre diciottomila persone.
Per l'esattezza 9514 donne e 9102 uomini. A prenotarsi erano stati oltre 26 mila (14160 donne e 12136 uomini)) (Crocifisso 418 e nota 17)

 

 

 

A 80 anni: 1967
 
Febbraio 1967: "Il Tempo"

Nei primi mesi del 1967 Padre Pio vide pubblicate ne "Il Tempo" di Roma, benchè ne avesse scongiurato la pubblicazione, alcune sue lettere inviate ai direttori spirituali. (F. Chiocci, Lettere segrete di Padre Pio, Le stimmate di un frate sotto le unghie dei diavoli, 45 puntate, in "Il Tempo", Roma, 12 febbraio - 31 marzo 1976) (Crocifisso, 500)

Il 23 marzo 1967 Mons. Marcel Lefebvre, fondatore della Fraternità sacerdotale S. Pio X, visitò Padre Pio.
 
Il 3 aprile 1967 si svolse l'ultimo di 6 colloqui che Padre Raffaele aveva avuto con Padre Pio per ordine di Padre Clemente da S. Maria in Punta. Il primo dei 6 colloqui si era avuo il 29 marzo 1966. Padre Clemente era preoccupato che si conoscesse ben poco di come e quando Padre Pio aveva ricevuto le stigmate. Dalla relazione che egli scrisse si evince chiaramente la ritrosia di Padre Pio a parlare delle "sue cose". (Mischitelli, 768)


   7 maggio 1967

Il 25 maggio 1967 Padre Pio celebrò il suo 80° compleanno. Per l'occasione si raccolsero in imponente convegno i suoi figli spirituali e Gruppi di preghiera accorsi da tante parti. (Crocifisso, 418)
 

Ottobre 1967: Julius Fine è salvo

 

Florence Fine Ehrman, degli Stati Uniti, riporta che nel 1965 suo padre Julius stava morendo di sclerosi amiotrofica laterale. Lei scrisse a Padre Pio ed ebbe come risposta che il Padre avrebbe pregato per Julius e lo avrebbe messo sotto la sua protezione. Julius morì nel febbraio 1966.

 

“Mio padre credeva fermamente in Dio ed aveva vissuto la sua vita praticando la fede ebraica.... Sentivo molte persone affermare che se una persona non aveva ricevuto il battesimo non poteva giungere alla salvezza eterna.”  

 

Nell'ottobre 1967 Florence venne da Padre Pio e gli chiese notizie di suo padre. Padre Pio: "Julius è salvo, ma dobbiamo pregare molto per lui."

 

Florence: “Riacquistai la pace, perchè questo indicava che mio padre si trovava sicuramente tra le anime sante del purgatorio.” (Padre Alessio Parente, Padre Pio e le anime del purgatorio, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, 2011, pag. 159-60)

 
1967: confessioni
Nel 1967, ultimo anno completo di attività, Padre Pio confessò circa quindicimila donne e circa diecimila uomini: la media, ogni giorno, 35-40 donne e 25-30 uomini. (Cronistoria, ms. II, f. 772) (Crocifisso, 418)

  Gli uomini stanno fuori dall'entrata al convento, per potersi mettere in fila aspettando il proprio turno per confessarsi. Padre Pio li saluta stando sulla soglia della porta ad arco che immette nel corridoio, prima di andare in sacrestia per iniziare le confessioni. Questo era prima che fosse instaurato il sistema delle prenotazioni.

 

A 81 anni: 1968
Sedia a rotelle: dal 29 marzo 1968

Dal 29 marzo 1968
, Padre Pio cominciò a spostarsi in una sedia a rotelle, perchè muoveva con grande difficoltà le gambe, tanto da non sentirsele. (Crocifisso, 499)

   Padre Pio in sedia a rotelle con i chierichetti della chiesa, organizzati da Padre Paolo Covino

   Antonio Centra portato in braccio da suo padre Donato Centra            John McCaffery



Il 26 aprile 1968 moriva Maria Pyle
Da reginetta ricca e ambiziosa in New York a umile  figlia spiritale di Padre Pio in San Giovanni Rotondo. Madre dei poveri, consolatrice degli afflitti, visitatrice di malati, organista della chiesa, direttrice del coro, ospite dei potenti che visitavano, paziente, pia, provvida, generosa, sorridente, sempre a disposizione del convento. Aiutò i frati, i genitori di Padre Pio, i soldati americani, i poveri medicanti.
                                                                                                  


 

25 luglio 1968, giorno di San Giacomo: una foto con Padre Giacomo Piccirillo come regalo di onomastico  

 

Nel luglio 1968 Padre Onorato notificò a Padre Pio che egli partiva del Lourdes, anzi lo invitò a quel pellegrinaggio, ma Padre Pio rispose: Eh! A Lourdes ci sono stato tante volta!... A Lourdes non ci si va solo col treno o con l'automobile, si va pure in altri modi." (Crocifisso, 477)

 

 

Il 10 agosto 1968 Padre Pio celebrò, con grande partecipazione di fedeli, l'anniversario della sua ordinazione sacerdotale. (Mischitelli, 774)

 

 

18 settembre 1968: I genitori di Padre Paolo sono salvi.

Padre Paolo Covino: "Il 18 settembre 1968 dissi a Padre Pio: "Padre, sono Padre Paolo, il figlio di Assunta. Sono salvi i miei genitori?" Padre Pio: "Sì, sono salvi." ( Padre Paolo Covino, ofm. Cap.,  Ricordi e Testimonianze, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, IV edizione, 2007, pag.193-4) 

20 settembre 1968: Rosa Madonna di Pompei

.La mattina del 20 settembre 1968, Luigi Fato, un figlio spirituale di Padre Pio, gli aveva portato da Napoli un mazzo di cinquanta rose, in ricordo del cinquantesimo anniversario delle stimmate. Quando Luigi si avvicinò, Padre Pio, sapendo che lui era di Napoli e quindi vicino a Pompei, dal mazzo estrasse una rosa , gliela porse, pregandolo di portarla a suo nome alla Madonna di Pompei. Luigi Fato portò la rosa a Pompei e la consegnò a una suora, dicendole del desiderio di Padre Pio. (Mischitelli, 776, nota 41)

 

Rosa di Pompei

 

La suora domenicana del Santuario mise la rosa in un vaso con altri fiori.

 

Il giorno 23, quando Padre Pio morì, la suora vide che i fiori nel vaso si erano appassiti e stava per buttarli via, quando notò che la rosa di Padre Pio si era chiusa ed era diventata di nuovo un bocciolo profumato.

 

La rosa fu messa da sola in un contenitore di vetro. (Napolitano, Padre Pio, 223)

Un anno dopo, quando Padre Alberto D'Apolito andò in pellegrinaggio a Pompei, lui e il gruppo di fedeli che stava con lui, videro che la rose si era conservata, ancora fresca, con solo il gambo appena ingiallito."  (Alberto, Padre Pio Memories, 387-9)

 
 
Il 12 settembre 1968 Padre Pio scrisse e inviò una lettera al Papa Paolo VI, ringraziandolo per la "parola chiara e decisa" detta nell'ultima enciclica Humanae Vitae". (Fernando, 495)
 
22 settembre 1968: ultima messa

Bill Martin sorregge di peso Padre Pio durante la messa, prevenendone la caduta a terra.
 
Morte di Padre Pio

   Padre Pio mori' il 23 settembre 1968        
 

Folla per vederlo in chiesa  
Funerale per le vie del paese         
 
 
 

23 novembre 1968: Giuseppe Scatigna riceve nove anni di vita, dopo la morte di Padre Pio.

 

Giuseppe Scatigna era ricoverato alla Casa Sollievo della Sofferenza nel 1968, pochi mesi prima che Padre Pio morisse.

 

Egli era trattato per cancro terminale, melano sarcoma linfo ghiandolare. Nel frattempo Padre Pio morì.

 

Giuseppe continuò a peggiorare, e a un certo punto il cancro era così avanzato che gli furono date non più di 48 ore di vita.

 

Sua moglie riuscì ad avere da un frate del convento un pezzo di un pannolino usato da Padre Pio per asciugare il sangue della ferita al costato.

 

Giuseppe e la moglie pregarono intensamente chiedendo cinque anni di vita per poter allevare adeguatamente la figlia adottiva che avevano.

Nella notte Giuseppe ebbe un sogno in cui vedeva Padre Pio che cercava di sollevare un sasso enorme, mentre tanti ragazzini si prendevano beffa di lui. Quando si riprese dal sogno si sentì immediatamente meglio.

 

Il giorno dopo, il medico gli chiese come si sentiva. Egli rispose: "Mi sento perfettamente guarito."

 

Il medico lo esaminò e tutto gli sembrò normale. Tutte le analisi e i test che fecero risultarono negativi. Le radiografie non mostravano nessun segno di cancro. Egli fu dimesso completamente guarito.

 

Era il 23 novembre 1968, trenta giorni dopo la morte di Padre Pio. Giuseppe tornò in Sicilia con la famiglia, e rimase in buona salute per quasi dieci anni.

 

Prima di morire egli disse: "Io volevo cinque anni così che la mia figlia potesse crescere. Padre Pio me ne ha ottenuti nove. Così io sono riconoscente."

Giuseppe fece una morte serena. (John Schug, A Padre  Pio profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987, pagg. 7-13)

 

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