Capitolo 11
Mary Pyle, Maria l'Americana

Padre seconda: dal 4 ottobre 1923, quando incontra con Padre Pio

 

 

 

Incontro con Padre Pio

 

 

 

Maria Pyle ricorda nei suoi appunti: "Era l'anno 1923. Avevo sentito parlare di Padre Pio, ma non volevo andare per pura curiosità.

 

Una cara mia amica, Rina Caterinici d'Ergin, rumena e di religione ortodossa, desiderava conoscere Padre Pio, per sapere se era o no volontà di Dio che lei si facesse cattolica.

 

Rina e io partimmo da Capri, ove io stavo passando l'estate con la dottoressa Montessori, il 2 ottobre 1923.

 

Partite da Capri, passammo una notte a Napoli, poi andammo da Napoli a Foggia col treno, e poi da Foggia a San Giovanni Rotondo con l'autobus.

 

Il 4 ottobre seguente Maria Pyle incontrò Padre Pio. Maria contava 35 anni.

 

Maria scrisse nel suo diario: "Ci guardammo soltanto, poi io caddi in ginocchio e dissi: "Padre!"

 

"Sul mio capo si posò la mano stigmatizzata del Padre, che mi disse: "Figlia mia, non andare più in giro. Fermati qui." (Padre Emilio D'Amato) (Massa, 20)

 

 

Maria rientrò a Capri e accompagnò Montessori a Londra e ad Amsterdam. Ma le cose non stavano più come prima. Dopo aver incontrato Padre Pio Maria cominciò a sentirsi agitata. Non riusciva a trovare pace e spesso il piensiero andava alla mano piagata alzata per benedirla.

 

Dopo poche settimane Maria convinse la Montessori ad andare insieme da Padre Pio.

 

Ambedue incontrarono Padre Pio dopo le funzioni del pomeriggio.

 

Maria gli disse che pensava di rimanere a San Giovanni Rotondo. 

 

Padre Pio le disse semplicemente: "Obbedisci a tua madre." Maria si rivolse alla Montessori come per chiedere la sua approvazione.

 

Montessori disse: "Se questo è ciò che vuoi che cosa posso dire io?" La decisione era stata presa. Maria serebbe rimasta a San Giovanni Rotondo vicino a Padre Pio.

 

Maria aveva vissuto con la Montessori, facendole da interprete e confidente, per 10 anni.

    

Padre Pio all'epoca 

 

 

In pensione con Vinciguerra

 

Maria prese alloggio in paese, lontano dal convento circa tre chilometri, presso una modesta locanda condotta dalla famiglia Vinciguerra.

 

 Tutti i giorni saliva a piedi al convento per ascoltare la Messa di Padre Pio.

 

Di buon mattino ogni giorno, insieme alle altre buone donne del villaggio, saliva l'erta collina che portava al convento, intorno alle 7, per attendere alla messa di Padre Pio.

 

Vicino a lui esse impararono come pregare e come santificarsi.  (Massa, 21)

 

 

 

 

I gioielli

 

Gaudiose: "Dopo aver abbracciato questa nuova forma di vita, Maria decise di vendere tutti i suoi preziosi gioielli, e devolvere il denaro alle opere caritative di Padre Pio.

 

Scrisse a Montessori e le chiese di spedirle i gioielli per posta.

 

La Montessori reputando i gioielli troppo preziosi per poterli affidare alle poste, li presentò ai padri cappuccini di Roma, chiedendo di farglieli recapitare.

 

Essi le dissero: "Noi non crediamo a tutta questa devozione verso Padre Pio, noi non ci sentiamo di poter accettare queste cose."

 

Ma alla fine accettarono i gioielli e li misero a una statua della Madonna in Roma". (Massa, 26)

 


Maria Pennisi: "Quando Maria venne da Padre Pio , aveva ancora gioielli, e le era stato detto di disfarsene. E lo fece effettivamente.

 

Le era rimasto solo un orologio, ovviamente per contare le ore.

 

L'orologio era d'oro, assai prezioso, ed era contornato di brillanti.

 

Un

giorno Padre Pio aveva notato quell'oggetto in sacrestia e le aveva detto: "Anche l'orologio d'oro con i brillanti, eh!"

 

Uscita di chiesa, Maria andò dietro il muro di cinta del convento, si sfilò l'orologio e con una pietra lo pestò e lo gettò in un canto contro il muro. Poi ne raccolse i frantumi e li presento' a Padre Pio." (Massa, 28) 

    
Marya Pyle con Padre Pio

Olmo

 Pietro Cugino: "Maria Pyle per recarsi alla chiesa di Padre Pio al convento faceva sempre a piedi la lunga e disagevole strada dal paese al convento, e viceversa, con ogni tempo e con ogni vento. Io da piccolo andavo sempre al convento, facevo dei piccoli servizi ed essi mi davano da mangiare.

A mezzogiorno anche lei, come le altre pie donne devote di Padre Pio, si metteva a sedere sul gradino circolare davanti al convento, sotto l'olmo, per non scendere e salire nuovamente subito nel primo pomeriggio; e là con umiltà e disinvoltura di pellegrina, consumava la sua colazione a sacco.

Quando mi vedeve, mi chiamava e mi dava parte del suo cibo. (Massa, 22)


       
Pietro Cugino in eta' matura, quando era diventato cieco


Cusenza

Pietro Cugino:

 

"Stando lì sotto l'olmo ad attendere la riapertura pomeridiana della chiesa, Maria mi insegnava tante belle cose di religione.

 

Con me veniva un altro ragazzo, un tale Cusenza, proveniente anch'egli da famiglia povera, e voleva fare la prima comunuone, e la madre non aveva possibilità; e a tutto, preparazione, vestito nuovo, festicciuola per la prima Comunione, provvide la signorina Maria." (Massa 22-24)

 

Pietro: "La sera io e Cusenza andavamo a visitare Maria a casa sua, e lei ci dava altre lezioni di religione, e qiando arrivava il tempo della cena lei non ci faceva andare via a stomaco vuoto." (Massa 25)

 

Il convento non è per te

Padre Anacleto Miscio: "Maria un giorno chiese a Padre Pio di volersi rendere religiosa in qualche Istituto francescano.

 

E il Padre: "Il convento non è per te! Iscriviti al Terz'Ordine Francescano."  (Massa, 25)

 

 

24 agosto 1924: Abito del Terz'Ordine Francescano

Maria: "Ripetendo parola per parola appresso a lui ho fatto la domanda di essere accettata nel Terz'Ordine e lui mi ha messo l'abitino e mi ha fatto mettere il cingolo e poi in sacrestia mi ha iscritto nel libretto della Regola, dandomi il nome che ho scelto di Pia. (Massa, 208)

L'Abito della penitenza le viene imposto dall stesso Padre Pio il giorno 24 agosto 1924.

 

Un anno dopo, terminato il noviziato, il giorno 6 settembre 1925 è ricevuta dallo stesso Padre Pio alla santa 'professione'. Il nome assunto nel terz'ordine è Suor Pia." (Massa, 25)

 

Decide quindi di consacrarsi totalmente al Signore con voto di castità perfetta e perpetua.

 

E sull'esempio di San Francesco, si spoglia delle sue ricche vesti secolari e indossa il ruvido saio francescano, con il cingolo ai lombi e semplici sandali ai piedi.

 

Maria disse: "Io ho adottato il saio francescano, e così ho tagliato definitivamente i ponti tra me e il mondo." (Massa, 25-6)

 
 

 

Attestato di ammissione al terz'ordine, firmato da Padre Pio

 

 

Padre Pio all'epoca

 

  

Maria in abito cappuccino

       

Maria riceve la comunione da Padre Pio

Il fratello di Maria, David

Intanto la famiglia di Maria in America era allo stesso tempo disturbata e curiosa riguardo alla sua decisione di terminare il suo lavoro con la Montessori, per vivere in una solitaria zona montagnosa in un angolo remoto d'Italia.

Il comportamento di Maria sembrò così strano alla sua famiglia che David, uno dei suoi fratelli, e avvocato di successo, fece il viaggio fino a San Giovanni Rotondo per cercare di capire quello che stava succedendo a sua sorella.

Quando arrivò egfli rimase esterrefatto nel vedere la misera condizione in cui sua sorella viveva, e che lui considerava totalmente inadequata al rango della famiglia.

Tornato in America, David supplicò sua madre Adelaide di ripristinare la rendita mensile che era stata terminata insieme all'eredità, quando Maria si era convertita al cattolicesimo dodici anni prima, nel 1913. Siamo nel 1925.
 

La madre Adelaide

A questo punto, la madre di Maria, Adelaide, decise di andare personalmente a San Giovanni Rotondo, per capire chi era Padre Pio e per rendersi conto delle condizioni di sua figlia.

Il primo incontro con Padre Pio non andò bene. Adelia e Maria andarono nella sacrestia della chiesa per aspettare Padre Pio che passasse. Adelia si portò il cane appresso, e il cane corse verso Padre Pio, e Padre Pio gli diede un calcetto. Adelia si infuriò, prese in braccio il cane, e se ne andò senza salutare Padre Pio.

Alla prossima visita tra Adelaide e Padre Pio le cose andarono molto meglio. Si può dire straordinariamente meglio, perchè Adelaide divenne quasi fanatica di Padre Pio, e da allora in poi visitava spesso il convento, e confidò a lui la sua vita.

Purtuttavia Adelaide, era tenacemente legata alla sua religione protestante. Lei disse di fronte a Padre Pio: "Io mi lascerei bruciare viva per la mia religione!"

Allora Padre Pio disse a Maria: "Lasciatela stare! Non turbate la sua pace."

Un'altra volta, confidandosi con la figlia, disse: "Quanto vorrei potermi inginocchiare a quel confessionale! Ma io non so parlare l'italiano!" Padre Pio, quando venne a sapere questo, esclamo': "Oh! L'avesse fatto! Per la lingua ci avrei pensato io." (Massa, 90)


Padre Pio mostrò sempre speciale attenzione per Adelaide.

Maria Pyle riportò: "Un giorno dissi a Padre Pio: "Padre, mi pare che oggi mia madre deve stare a Firenze."

Padre Pio: "No, sta in Umbria."

Pochi giorni dopo ricevetti una lettera di mia madre dove mi disse: "Ringrazia Padre Pio per la visita che mi ha fatto mentre stavo a letto malata in Perugia. Non l'ho visto con gli occhi, ma ho sentito la sua presenza vicino al mio letto." (Massa, 204)

Adelaide riportò più volte che Padre Pio le faceva visita in bilocazione.



Tra le prime cose che fece dopo aver conosciuto Padre Pio, Adelaide restaurò la rendita mensile per Maria. Parliamo di seimila dollari all'anno nel 1925, una cifra enorme mensile, per quel tempo e per quella regione così depressa d'Italia.

Così Maria cominciò a pensare di farsi una casa tutta sua.

L'ultima volta che Adelaide incontrò Padre Pio, passò molto tempo a parlare con Padre Pio. Maria fece da interprete. Prima di lasciarla andare Padre Pio disse: "Spero per noi due di vederci preso, ma se non ci vediamo qui, noi ci rivedremo lassù", e puntò verso il cielo.

Maria soffrì tanto quando sua mamma Adelaide morì. Lei ebbe un sogno che sua madre si trovava alla porta di San Pietro a Roma. Quando Maria disse il sogno a Padre Pio, lui replicò. "E chi ti disse che tua mamma non si sarebbe potuta salvare?" (Massa, 107-8)


Maria Pyle

Il fratello Gordon con la moglie Zene

Maria fu visitata anche dalla sua cognata Zene, che era cattolica, e da suo fratello Gordon.

Gordon venne con il suo panfilo e sbarcò nel porto di Manfredonia. Egli voleva che Padre Pio benedisse la sua barca ma Padre Pio non lasciò mai il monastero, così Padre Raffaele e Padre Vittore andarono a benedire il panfilo in sua vece.

Anche gli altri membri della famiglia vennero a San Giovanni Rotondo, ma Gordon e Zene visitarono molto spesso.

Padre Pio diceva abitualmente: "Gordon è buono."

Essi volevano diventare cattolici, così lessero molti libri per prepararsi al battesimo, ma all fine nessuno fu battezzato, a causa di malattie. (Massa, 107-8)

La casa di Mary Pyle

     
Maria con dei frati all'ingresso della sua casa

Maria presentò a Padre Pio l'idea di costruirsi una casa vicino al convento, per rendere più facile il suo quotidiano cammino verso la chiesetta di Santa Maria delle Grazie più di una volta al giorno.

A Padre Pio piacque molto l'idea, e le disse di costruire una bella casa che potrebbe essere utile a se stessa e agli altri.

Maria trovò un costruttore locale e scelse un posto che era molto vicino al convento ma quasi al punto più basso di una collinetta molto ripida.

Maria non volle seguire il suggerimento di Padre Pio di costruire dall'altra parte della strada, alla destra di chi guarda il convento, e se ne pentì amaramente, molti anni dopo, quando la fragilità dell'età avanzata le rese estremamente difficile scalare ogni volta la ripida collinetta. La casa di Maria Pyle aveva tre piani. Al di fuori aveva l'aspetto di un castello, particolarmente per la presenza di torri merlate e di finestre bifore.

          
La casa di Maria Pyle


Il lungo tavolo nella sala grande


Al piano terra della casa c'era una sala grande, che aveva usi molteplici. Nella sala c'era da un lato una lunga tavola, sul tipo del refettorio dei frati.

A quel tavolo Maria sedeva per scrivere lettere per le povere donne analfabete del paese.

 Lì giocava a tombola e ad altri giochi con in ragazzi del paese che venivano da lei facendo tre chilometri a piedi per avere lezioni di catechismo e per ricevere qualcosa da mangiare.

Con frequenza quasi giornaliera venivano poi le ragazze della schola cantorum per imparare inni religiosi da cantare nelle funzioni di chiesa, raggruppate intorno al piccolo harmonium che faceva parte integrante del mobilio.

Un altro gruppo di ragazze seguiva su quella tavola i corsi di taglio e cucito.

Le donne della casa a quel tavolo confezionavano i pacchetti delle ostie per la messa, preparate in cucina.

Prima delle principali feste liturgiche come Natale e Pasqua, Maria sedeva a quel tavolo per preparare pacchi per ognuno dei frati del convento.

A quel tavolo spesso sedevano personaggi illustri che avevano importanti cose da fare con Padre Pio e il convento, ed erano ospiti di Maria Pyle dato che c'era un albergo nel raggio di molti chilometri.

Durante la seconda guerra mondiale molti militari americani e alleati sedettero a quel tavolo per un caffè o un pranzo, e per essere introdotti da Maria a Padre Pio. Maria faceva da interprete per tutti loro.

                 
Il lungo tavolo nella sala grande


Mary Pyle al tavolo, con i sodati americani.
Il soldato immediatamente alla destra di Maria è Arthur J. Haumesser.
Egli era aviatore con United States Army Air Corp, 15th Air Force, 463rd Bomb Group, stazionato a Foggia.
Egli visitò Padre Pio con il coro di cui faceva parte. Artur morì il 17 gennaio 2013.
La foto è stata fornita del suo figlio Martin.


Accoglieva tutti nel nome di Padre Pio

 La casa di Mary era come un porto di mare, era aperta a tutti. Chiunque entrava nella casa era invitato a mangiare qualcosa, a seconda dell'orario e otteneva qualcosa, a seconda delle necessità.


 Da vescovi a dipomatici a politici,attori e cantanti, nobili blasonati di famiglie reali, inquisitori del convento inviati dal Vaticano, giornalisti e scrittori, mangiarono alla sua tavola e riposarono sotto il suo tetto.

I quaderni usati come libro degli ospiti portano gli autografi di piu' di tremila personaggi illustri che furono ospiti della sua casa.

A fianco a loro a tavola sedevano poveracci raccolti per strada mentre allungavano la mano per chiedere l'elemosina, e umili popolani che non avevano un pezzo di pane, o una famiglia, o un tetto.

Nella casa di Mary Pyle le Beatitudini erano una ragione di vita quotidiana.




 
 
Veduta esterna della casa con giardino e orto degradante fino alla strada sottostante

                
  
Immagini della casa di Mary Pyle, esterno e
 interno.
La cassetta postale è quella originale di quando Maria era viva

 

Fra Gerardo: "La sorgente della bontà" prepara le ostie per la Messa

Fra' Gerardo: Io ero cuoco e portinaio e dovevo anche preparare le ostie per le messe e comunioni.

Ero costretto a farle di notte, e durante il giorno mi sentivo sfinito. Il superiore mi vide in queste condizioni e subito venne in mio aiuto.

Il superiore si recò alla "sorgente della bontà" cioè alla casa di Maria Pyle e le spiegò la cosa, e domandò alla sua carità se fosse disposta a fare le ostie per la nostra chiesa.

Maria accetta con gioia e dice: "Io non posso avere un onore piu' grande che lavorare per Gesu' Sacramentato."

E cominciò subito, a casa sua, in cucina, quel giorno stesso, fino alla morte. (Massa 116-7)

     
Fra Gerardo da Deliceto con Padre Pio


Fra Gerardo con piatti e pentole
 

Fra' Leone

 

Felicetta Massa riportò la storia di Fra' Leone Mangiacotti, membro della comunità cappuccina della provincia di Salerno, che fu missionario in Angola per molti anni. La storia le fu raccontata dalla stessa Mary Pyle.

 

Stando nella nuova casa, molti anni fa, Mary vedeva ogni giorno un pastorello che pascolava il suo sul lato della montagna vicino alla sua casa.

 

In estate Mary faceva le prove di canto con le ragazze della schola cantorum con le finestre aperte. Il pastorello si metteva vicino alla finestra, sentiva quello che veniva cantato, lo imparava e poi lo cantava alle sue pecore.

 

Un giorno la bellezza della sua voce attirò l'attenzione di Mary in modo particolare, e lei lo invitò a entrare in casa in casa.

 

Maria gli chiese: "Hai imparato a leggere e scrivere?". Il ragazzo rispose: "No, perchè non sono mai andato a scuola."

Maria: "La sai dire l'Ave Maria?" "Si." Ti piacerebbe diventare frate?" Il ragazzo disse: "Se solo fosse possibile! Ma mia mamma non ha i soldi per mandarmi."

Maria Pyle disse a Leone che lei avrebbe provveduto a tutto. Il fatti gli diede la possibilità di imparare a leggere e a scrivere, e lo aiutò ad entrare nel convento dei cappuccini di Salerno, dove c'erano anche altri frati di San Giovanni Rotondo. 

 

Leone divenne un bravo frate laico cappuccino e per molti anni fu missionario in Africa. (Massa, 203-4) (Gaudiose 57-8)

  

 

Quadro di Maria Pyle, del pittore Musio, nel refettorio del convento Immacolata dei cappuccini a Foggia

 

 Fra Giovanni

 

Fra' Giovanni Sammarone testimoniò:

 

"Nel 1950, verso la seconda meta' di settembre caddi gravemente ammalato, un male allora difficile a curare e impossibile a guarire.

 

Il dr. Sanguinetti mi disse che avrei fatto bene a dispormi ad una imminente morte, "eccetto che intervenga il dito di Dio."

 

Io non mi nutrivo quasi piu' e il povero cuoco del convento non aveva tempo per prepararmi qualcosa di speciale.

 

Allora ci penso' la cara signorina Maria Pyle. Dai primi del mese di ottobre fino a tutto il mese di gennaio 1951, ogni giorno mandava in convento, per me, minestrine adatte e delicate, che mangiandone, io potessi ristabilirmi un poco, come in effetti avvenne. E mi ristabilii.

 

Il merito va senza dubbio alla carita' e alle premurose attenzioni della mai abbastanza compianta signorina Maria Pyle." (Massa, 81-82)

       
Fra Giovanni Sammarone da Trivento con Padre Pio
 

 


 

 

Mamma Peppa

All'inizio di dicembre del 1928, in uno dei suoi viaggi di ritorno da Pietrelcina dove stava seguendo i lavori di costruzione del convento e della chiesa, Maria decise di portare con se, e di averla sua ospite nella casa nuova, la madre di Padre Pio, mamma Peppa, per farle passare il Natale col figlio.
Quando mamma Peppa incontrò Padre Pio, gli baciò la mano almeno dieci volte, per ognuno dei membri della loro famiglia. Ma quando lei cercò di baciargli la mano per se stessa egli si rifiutò dicendo:"Mai! Il figlio deve baciare la mano di sua madre e non la madre la mano di suo figlio."

A Natale mamma Peppa andò alla messa di mezzanotte vestita leggermente in quell notte fredda. Tornata a casa di Maria, mamma peppa sviluppò febbre alta e una polmonite doppia. Padre Pio la andò a visitare numerose volte, viaggiando sul dorso di un mulo, perchè la stradina che andava dal convento alla casa di Maria era ripida e scoscesa.

Quando gli chiedevano di pregare per la salute della sua mamma, Padre Pio rispondeva: "Sia fatta la volontà di Dio."
Padre Pio le amministrò l'estrema unzione e mamma Peppa morì in pace il 3 gennaio 1929.

Maria Pyle mandò un telegramma alla sua madre Adelaide per annunciarle la morte di mamma Peppa. Adelaide rispose che lei da poco aveva visto Padre Pio in bilocazione e che lui l'aveva informata della morte. Maria allora andò da Padre Pio e gli chiese se era vero quello che sua madre Adelaide le aveva scritto. Padre Pio rispose: "Io ci vado spesso". (Rega, 97)





Funerale di mamma Peppa nella chiesetta.
Pare Pio si sentì male e non potette assistere.



Le esequie di mamma Peppa in paese
 

 

Zi' Grazio.

Nel 1937 zi' Grazio, il padre di Padre Pio lasciò definitivamente Pietrelcina e si trasferì a San Giovanni Rotondo, nella casa di Maria Pyle.

In questo modo  egli poteva ricevere assistenza se ne aveva bisogno, e visitare frequentemente suo figlio.

Siccome gli era difficile camminare a piedi persino il piccolo tratto dalla casa alla chiesa, spesso ci andava sul dorso di un asinello.

Ogni volta che assisteva alla messa del figlio riceveva anche la comunione da lui.

A zi' Grazio piaceva tanto parlare ed essere al centro della conversazione, ricordando episodi della vita del figlio.

Un giorno, era di Venerdì Santo nel 1939, Grazio disse a Maria che quel giorno il pasto doveve consistere di un piatto di pasta e fagioli e un bicchiere di acqua, e che tutti dovevano mangiare in ginocchio.

Quel giorno c'erano in casa diversi ospiti importanti e tutti si sentirono obbligati a seguire l'ordine. Grazie disse che lo aveva deciso Padre Pio stesso.

Quando l'episodio fu riportato a Padre Pio egli disse che non ne sapeva niente, ma elogiò l'azione di zi' Grazio.

Quando zì Grazio cadde seriamente malato, Padre Pio lo andò a visitare tutti i giorni, a casa di Maria Pyle.

Zi' Grazio morì il 7 ottobre 1946, confortato dalla presenza di suo figlio accanto al letto.
   
A casa di Mary Pyle: Il conte Telfner, il padre, la cognata, la nipote di padre Pio; Mara, e la  sorella brigidina di Padre Pio



Zi' Orazio, il padre di Padre Pio abitò per gli ultimi anni della sua vita a casa di Maria Pyle.
Siccome egli non ce la faceva ad affrontare la salita a piedi fino alla chiesa, si serviva di un asinello per coprire la distanza.


           
La stanza dove in anni diversi morirono la Madre e il padre di Padre Pio



Padre Pio assiste suo Padre nelle ultime ore prima di morire, a casa di Maria Pyle

 

Pietrelcina: convento e chiesa dei cappuccini

Nel 1925 diversi cittadini di Pietrelcina avvicinarono Maria Pyle e le presentarono l'idea di costruire a Pietrelcina una nuova chiesa e un convento per i frati cappuccini.

Maria, che non prendeva mai iniziative da solo, passò l'idea a Padre Pio. Il Padre apparve entusiasmato dall'idea e le disse: ""Sì, e fà presto, e che sia dedicato alla sacra Famiglia." (Massa, 30)

I lavori per il convento di Pietrelcina iniziarono nel 1926, sul posto indicato dall'arciprete Pannullo, che ricordò dove si era svolto l'episodio dei suoni, angeli, e incenso, quando Padre Pio aveva predetto anni prima che in quel posto in Via Gregaria sarebbe sorto un convento cappuccino.

Le prime pietre del nuovo edificio furono portate sul posto dagli entusiasti abitanti di Pietrelcina, prese da una fatiscente cappella in disuso, la chiesa del Purgatorio.
 
Tutte le pietre della vecchia chiesa furono trasportate in salita, sul nuovo posto, in un solo giorno, sulla testa e sulle spalle dei Pucinari.

Anche le donne portarono sulla testa delle pietre che pesavano fino a quaranta chili. Anche l'anziano arciprete Pannullo fu visto portare pietre sulle sue spalle.

Alla fine della giornata il cumulo delle pietre era alto diversi metri.

All'imbrunire un'immensa croce fu vista alzarsi al disopra delle pietre, ed apparve sopra Pietrelcina, visibile per circa mezz'ora.

I lavori per la vicina chiesa cominciarono nel 1928.

Mary Pyle risiedette in Pietrelcina durante la costruzione.

I frati presero possesso del convento solo nell'aprile del 1947 a causa di tante difficolta' burocratiche.  (Rega, Padre Pio, 92)
 
 

Via Gregaria

   

Il convento e la chiesa com'erano

                  

Il convento e la chiesa oggi

 
Ritratto dipinto nella sacrestia della chiesa


 
Busto di Maria Pyle nel convento di Pietrelcina


 

Vetrata fatta a Vietri, vicino ad Amalfi, con Mary Pyle che dono la chiesa a Padre Pio.

 

Mary Pyle al Confino politico a Pietrelcina dal 27 dicembre 1941 al al 6 ottobre 1943.

Durante la seconda guerra mondiale, quando l'America entrò in conflitto contro l'Italia, Mary Pyle fu internata a Pietrelcina dal 27 dicembre 1941 al al 6 ottobre 1943.

Tutto cominciò quando Maria  fu convocata a Roma presso il ministero degli Interni.

Padre Emilio da matrice la accompagnò facendo da garante e parente su ordine del superiore.

A un certo punto il commissario chiese di fare a Maria Pyle la perquisizione di rito.

A quel punto Mary si abbandonò nella poltrona come svenuta. Le fu sbottonato l'ampio mantello.

Sotto il cappotto Maria era vestita con saio cappuccino, completo di cingolo, corona, e sul petto un grande Crocifisso di metallo su croce di legno.

Il commissario balbettò: "Mi sembra la Madonna Addolorata. Questa non e' una persona ordinaria, ma una vera religiosa!"

La perquisizione non fu fatta, e Maria, su suggerimento di Padre Emilio, fu mandata al confino politico a Pietrelcina nella casa paterna di Padre Pio. (Massa, 31)



Vita da povera a Pietrelcina

Maria Florio riportò: "Ricordando la vita aristocratica in cui era stata educata in America, Maria non soltanto non la rimpiangeva, ma si dichiarava felice di vivere la vita semplice della famiglia ordinaria, senza camerieri.

Io rimanevo stupita della sua adattabilità a farsi piccola con i piccoli,  popolana con i popolani, semplice con i semplici. (Massa,34-5)


Maria diceva a Caterina Florio: "Prima non ero capace neppure di accendere un fiammifero, tutto dovevano fare i camerieri e le cameriere, che erano complessivamente otto.

Adesso sono più contenta. Io reputo quella vita una forma di schiavitù."  (Massa, 35)




Padre Pio sempre presente

Maria Annunziata Pennisi: "Una notte sognai Padre Pio che mi disse: "Perche' non vai a trovare la mia cara sorella Maria Americana?"

La domenica mattina la incontrai sulle scale della chiesa madre e le raccontai il sogno.

Essa piu' volte me lo fece ripetere; i suoi occhi si riempirono di lacrime e il suo volto si tinse ancora piu' vivacemente di rosa." (Massa, 36)



Babysitter per non perdere la Messa domenicale

Maria Florio: "Maria Pyle era ospitata in casa di Michele Forgione, fratello di Padre Pio. Vicino abitava una giovane donna, Pia Pannullo, con un bambino e il marito in prigione.

Pio non poteva andare a messa a causa del bambino. Maria fece un patto con lei. Lei andava alla prima messa e al ritorno avrebbe tenuto a guardare lei stessa il bambino, e la mamma sarebbe andata alla seconda messa.

Così Pia potè andare sempre alla messa nei giorni domenicali e festivi." (Massa,36-7)


Il soldato tedesco
Maria riportò che un giorno, attraversando un tratto di prato scoperto, al ritorno dalla messa, un soldato tedesco venne improvvisamente fuori da un tratto alberato, e puntando l'arma, le ordinò di fermarsi.

Poi le chiese in tedesco da dove veniva e dove stava andando. Il soldato rimase grandemente sorpreso quando Maria rispose in fluente tedesco.

Il soldato abbassò l'arma, e cominciò a conversare con lei, e l'accompagnò a casa, dove lui fo invitato ad entrare e a pranzare. Poi il soldato andò via. (Massa, 41-2)


Ritorno a San Giovanni Rotondo
Caterina Florio: "Quando a Pietrelcina arrivarono i soldati americani, il pomeriggio del 3 ottobre 1943, ella corse loro incontro.

 Abbracciava quei ragazzotti come una mamma. Era felice perchè era finalmente libera di poter tornare a San Giovanni Rotondo." (Massa,38)

Dopo l'arrivo degli alleati in Pietrelcina, Davide Aucone accompagnò Maria nel viaggio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.

Davide ricorda che il viaggio fu disastroso, ma forse è meglio desciverlo come tragicomico.

Il mezzo di trasporto era un rozzo carro di contadini, le strade erano rovinate dalla guerra, i ponti erano stati demoliti dai tedeschi.

Il viaggio durò  tre giorni.

Davide rimase stupito che Maria rimaneva sempre calma, mai impaziente o preoccupata, come se fosse sostenuta da una misteriosa forza interiore.

Quando arrivavano in un paese, Maria per prima cosa cercava la chiesa e il prete, così che potesse ricevere la comunione. (Davide Arne) (Massa, 173-4)

Davide Aurone ricorda che Maria diceva frequentemente storielle che facevano ridere.

Eccone una delle sue: In un piccolo paese c'era una festa e la gente andò a confessarsi.

In quella chiesa c'era un giovane prete che stava facendo la sua prima esperienza al confessionale.

Un penitente venne da lui e confessò che aveva bestemmiato san Pietro e san Paolo. Il prete non sapeva che penitenza imporre e corse per consiglio da un  prete anziano che gli disse di ordinare cinque Gloria Patri.

Il giovane sacerdote fece così.

Più tardi, un altro penitente confessò che aveva bestemmiato san Pietro.

Il giovane prete era perplesso, pensando che per essere equo doveva imporre com penitenza solo la metà, cioè due gloria e mezzo.

Ma questo no gli sembrava giusto, così disse al penitente di fargli il favore di andar fuori, e bestemmiare anche san Paolo, e poi dire come penitenza cinque Gloria Patri. (Massa, 174-5)

Il ritorno di Mary Pyle a San Giovanni Rotondo, con l'aiuto di David Aucore, è raccontato anche da Dorothy Gaudiose. (Dorothy M. Gaudiose, Mary's House, Alba House, 1993, pag. 106-7)
 
 
 
Entrata alla casa del fratello di Padre Pio Michele, in Pietrelcina, dove Mary Pyle stette durante il confino.
A quel tempo la casa era disabitata. Sul terrazzino di entrata sta Emanuele Brunatto.
Seguono altre immagini, con la camera di Maria Pyle.

                    
Stanza occupata da Maria Pyle

 

Soldati americani e alleati ospiti al "Pink Castle" durante la seconda guerra mondiale.
 
Nel 1943-45 molti soldati americani andarono a San Giovanni Rotondo per visitare Padre Pio.

Tutti sapevano che dovevano guardarsi intorno e cercare il "Pink Castle", il castello rosa, la casa di Mary Pyle.

Maria era un'ospite particolarmente generosa, invitandoli a pranzo o per caffe' e dolce , a seconda dell'orario, facendoli sedere intorno alla lunga tavola del salone, che serviva da sala da pranzo, ma anche per riunioni.

 Joe De Sanctis, Bob Mohs, Joe Revelas, Ray Ewens, con il  15mo Army Air Force in Cerignola.

Eugene McMahon, Tony Afflitto, Carl Amato, Pete Mier del 463 Bomb Group.
Joe Haines, che era con il  416 Bomb Group. Robert Simmons, Ed Kearns and Rudy Tucci, che erano con il 99
mo Bomb Group.

Leo Fannings and Joe Astarita di stanza in Cerignola.

John McKenna, Joe Peluso, Ronald McMillan, Bob Coble, Joe Peterson e tanti altri.

Le loro storie possono essere lette nella pagina dedicata ai militari americani e Padre Pio.

Sono anche contenute nei libri di Frank Rega e Bernard Ruffin, e sul sito  web
padrepiodevotions.org di San Diego in California.

 

      
Casa aperta per tutti.

Tonina Teglia: "Durante il periodo della seconda guerra mondiale la sua casa era sempre aperta, anche ai militari, agli alleati americani ed altri.

Quelli che capitavano da lei, lei li invitava a pranzare con la piccola comunita' che era a casa sua.

Inoltre tutte le domeniche questi militari salivano dagli accampamenti di Foggia in Gruppi di 20, 30, 50, per cui alle volte non c'erano posti a sedere per tutti in casa Pyle.

Due di essi si sono fatti sacerdoti cappuccini in USA. Uno si chiamava Daniele, mi pare; l'altro prese il nome di Padre Clemente. (Massa, 88)

 

Soldatesse americane

 

Tonina Teglia: In casa di Maria Pyle oltre ai soldati, venivano anche le soldatesse americane e Maria le faceva incontrare con Padre Pio.

 

Ad una soldatessa indiana Padre Pio disse: "I tuoi occhi dicono la bontà della tua anima". Lei aveva la madre che era cattolica; il padre invece no.

 

Poi il padre si fece cattolico e dopo quattro anni morì. E Padre Pio le disse: "Il tuo papa' ha rubato il paradiso."

 

E questa soldatessa continuò a venire molte volte." (Massa, 88)

 

 
            

       

Militari americani con Padre Pio (sopra) e con Mary Pyle (sotto)

 

 

Schola Cantorum

Rina Santovito testimoniò:

"Maria mi diceva che in casa sua, in America, teneva a disposizione tre pianoforti da concerto, e che lei non aveva voluto studiare tale strumento, ma solo il canto, avendo una bella voce.

Aveva acquistato un harmonium e quasi pentita di non aver imparato a tempo, si era messa d'impegno a studiare tale strumento, tanto da formare e dirigere un "schola cantorum" per tutto il servizio liturgico della chiesa.

Con la venuta, poi, a San Giovanni Rotondo, della signorina Elena Bandini, che suonava discretamente, lei fu sostituita ed accettò in silenzio tale prova, e da maestra passò ad alunna.

Ammalatasi la Bandini, Maria riprese con semplicita' a suonare nelle funzioni giornaliere. (Massa, 83)

 
 
    
Le bambine e le ragazze della schola cantorum.

 
All'organo padre Vittorio da Canosa
 
Messa "Pax et Bonum"

Il giorno dell'inaugurazione della casa sollievo della sofferenza, il 5 maggio 1956,  Padre Pio celebrò una messa cantata.

L'altare fu predisposto sotto le colonne all'ingresso dell'ospedale.

In quella occasione la schola cantorum abitualmente diretta da Maria Pyle, cantò una messa scritta del l'occasione dal maestro Federico Caudana, e intitolata "Pax et Bonum".

Fu proprio l'autore, il Maestro Caudana che venne a San Giovanni Rotondo con sua moglie a dirigere personalmente la prima della sua messa.

Le settimane precedenti, il coro si era radunato a casa di Maria Pyle per imparare i nuovi canti.

Nella foto si vede il maestro Federico Caudana al centro, alla sua sinistra Maria Pyle e la moglie del maestro.

Alla destra di Caudana è l'organista Elena Bandini.

Le ragazze del coro stanno in piedi sulla scalinata della casa di Maria Pyle.

La scola cantorum col maestro Federico Caudana


Padre Pio celebra il 5 maggio 1956
 
       
 

 

Laboratorio missionario

Quando nel 1938 i cappuccini della provincia di Foggia stabilirono la loro prima missione in Eritrea, Maria organizzò nella sua casa un laboratorio a beneficio delle missioni estere cappuccine.

Le ragazze preparavano tovaglie per l'altare, camici amitti e gli altri arredi di lino per l'altare.

Gli oggetti o venivano mandati direttamente alle missioni, o erano venduti all'asta, e il ricavato mandato ai missionari.

Ragazze del laboratorio missionario in casa di Maria Pyle
 

 

Ereditiera

 Rina Santovito: "Una delle nostre sorelle terziarie, coabitante con lei, tale Annita, che l'accompagnò a New York per una eredità lasciata

 a lei da una zia, di fronte a tali ricchezze in ville e tenute ci rimase male per la rinunzia fatta da Maria, che si era ridotta povera del tutto

 per seguire le orme del Padre Serafico e del suo santo direttore spirituale Padre Pio. (Massa, 83)

 

Visitava in paese poveri e ammalati

Maria lasciava spesso la sua casa vicino al convento per andare in paese per visitare gli ammalati, specialmente quelli abbandonati e disprezzati.

Fra questi c'era una certa Emerenziana, la cui faccia era disfigurata dal cancro, che lei visitava più di una volta per settimana, portandole qualcosa di buono.

C'era anche un bambino, un certo Donato, che era sempre malato, e lei gli portava sempre qualcosa.

Maria portava anche aiuto e medicine a molte famiglie bisognose. (Pietro Cugino)

Maria visitò Emerenziana e baciò la sua faccia terribilemnte sfigurata. Sì, Maria ebbe la forza di baciarla ogni volta che la visitò, come San Francesco aveva fatto col lebbroso. ((Concetta Cappucci)

Maria con bambini malati che lei aiutava
Ogni bambino bisognoso trovò in lei una mamma provvida. Finanche l'orfanotrofio di San Giovanni Rotondo ricevette doni, vestiti e aiuto finanziario. (Concetta)
Un giorno Padre Pio era in visita a casa delle sorelle Florio. Molte persone si trovavano presenti, e volevano baciare la sua mano. C'era anche Maria Pily, ma stava indietro, quasi nascosta e senza farsi pressione per andare avanti. Allora Padre Pio la chiamò da lontano e disse: "Maria, vieni! Tu devi essere la prima perchè hai fatto tanto bene a tutti!" (Massa 1986, p. 1)

Enrichetta Florio, che visse nella casa di Maria Pyle per ben 32 anni, dal 1936 fino a sei mesi dopo la sua morte, ricorda che Maria aiutava tutti i poveri, con soldi o altre cose materiali.
 
Annina Novelli era la responsabile del laboratorio missionario, e ricorda come alle ragazze veniva insegnato a cucire, ricamare, e tagliare. Ricorda che Maria aiutò diverse ragazze con il loro corredo.
 
Dopo l'arrivo degli alleati in Pietrelcina, Davide Aucone accompagnò Maria nel viaggio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo. Davide ricorda che il viaggio fu disastroso, ma forse è megli desciverlo come tragicomico. Il mezzo di trasporto era un rozzo carro di contadini, le strade erano rovinate dalla guaerra, i ponti erano stati demoliti dai tedeschi. Il viaggio durò  tre giorni. Davide rimase stupito che Maria rimaneva sempre calma, mai impaziente o preoccupata, come se fosse sostenuta da una misteriosa forza interiore.
 
Quando Maria riceveva qualche dollaro dai suoi familiari, essa si recava personalmente in paese, dal signor Andrea Russo, per cambiare i dollari in lire. Il sig. Russo le dava un cambio approssimato perchè in quei giorni non c'era la possibilitità di conoscere il cambio giornaliero. Quando egli si recava periodicamente a Foggia, egli pareggiava il conto, e le dava il cambio esatto. (Letizia Russo, figlia di Andrea)
 
Dopo la morte di don Giovanni Serritelli, la vedova Maria Michele trovò difficile continuare a vivere nella casa in cui era morto il marito. Proprio in quell'anno la casa costruita per Maria era completata dal capomastro Antonio Centra ed era già abitata da Maria. Padre Pio, informato del problema volle che la signora Serritelli vivesse cn Maria e che la figlia Elvira vivesse con lei. Elvira e sua mamma vissero con Maria Pyle per 6 mesi, e quando la signora si sentì meglio, ritornò a casa. (Sorelle Serritelli)
 
 

 

 

Pratiche religiose

Maria fece da madrina di battesimo a Pio Masone, pronipote di Padre Pio
 
"Tutti i giovedi', nella notte tra il giovedi' e il venerdi', Maria faceva la veglia notturna per l'Ora Santa, in unione con Gesu' agonizzante nell'Orto. Si alzava a mezzanotte e con lei quelli che, in casa, volevano partecipare spontaneamente e liberamente. Un'ora di veglia o in sala al piano terreno, oppure nella camera sua.
Anche la "disciplina" o flagellazione, come usavano i frati cappuccini, ella se la faceva in camera sua nei giorni di lunedi', mercoledi' e venerdi'. (Massa, 86)
 
Carmela Marocchino, che visse in casa di Maria Pyle dal 1937 sino alla sua morte nel 1968,  ricordava che lei la vide sempre vestita con l'abito cappuccino, anche di notte. Maria soleva dire che se il Signore la chiamava inaspettatamente, o se succedeva un terremoro, lei era sempre pronta.
Maria si alzava ogni notte alle quattro e si recava al convento per assistere alla messa di Padre Pio e ricevere la comunione.
 
A pranzo, che veniva servito a mezzogiorno, dopo la benedizione del cibo, seguiva una lettura spirituale, com fanno i frati nel refettorio.
Immediatamente dopo il pasto tutti i commensali recitavano insieme cinqu Pater, Ave, e Gloria, con le braccia aperte, proprio come fanno i cappuccini.
 
Maria non permise mai che ci fosse un televisore nella sua casa. Non ne comprò mai uno.
 
Maria aveva una radio e la usava esclusivamente per sentire le notizie. Un giorno si accorse che un gruppo di ragazzine che erano venute a casa sua stavano ascoltando musica e danzando. Maria spense la radio e la mandò al convento.
 
Al Sabato, come penitenza, non mangiava nè frutta nè dolce.
 
Nei giorni di vigilia Maria era molto scrupolosa e seguiva tutte le regole, come i frati.
 
Il Venerdì Santo, tutti quelli che erano alla tavola di Maria mangiavano in ginocchio.
Maria recitava sempre l'Ufficio Divino, in latino, usando il breviario romano dei frati cappuccini. Maria non andava mai a letto senza prima aver recitato l'Ufficio
 
Alla mezzanotte del venerdì tutti in casa si alzavano per l'Ora Santa.
 
Maria faceva la disciplina tre volte la settimana, lunedì, mercoledì, e venerdi.
 
Maria aveva la tremenda responsabilità di rispondere alle lettere che le arrivavano da tutto il mondo.
 
Nel pomeriggio si assisteva puntualmente alla funzione nella chiesa: recita del rosario, litanie, visita al Santissimo Sacramento, visita a Maria Santissima, e così via.

    
Maria Pyle a colloquio con Padre Pio
Ritornata a casa Maria recitava l'Ufficio, e poi scriveva lettere, alle volte fino a tardi. Alle volte stava in piedi tutta la notte. Questo succedeva quando era il suo turno per la confessione. Allora Maria preparava tre buste che contenevano le offerte ricevute per la Casa Sollievo e per Pietrelcina. Maria distribuiva le offerte secondo le intenzioni dei donatori, e poi data le tre buste personalmente a Padre Pio.
 
L'ascensore fu installato negli ultimi anni su suggerimento di Padre Pio, dato che il medico le aveva proibito di fare le scale a causa del cuore malato. Le era stato proibito anche di camminare a piedi sulla strada ripida dalla casa alla chiesa. Maria ebbe l'idea di installare una passerella che andasse dal tetto della casa direttamente alla strada. Ma Padre Pio scoraggiò l'idea perchè poteva deturpare l'apparenza della casa. Egli suggerì invece un piccolo ascensore e poi un taxi che la portasse al convento.
 
Maria, quando era malata, si rifiutò assolutamente di mancare alla Messa di Padre Pio.
 
Maria non fece mai un viaggio di piacere. Una volta tornò negli Stati Uniti per ottenere personalmente la somma necessaria per finire la costruzione della chiesa e del convento dei cappuccini in Pietrelcina. Tutto questo fu costruito a sue spese.
 
Caterina Valentini, una signora tedesca, abbandonata dal marito, venuta a San Giovanni Rotondo per vedere Padre Pio incontrò Maria, entrò nella sua casa e vi rimase fino alla sua morte. Carmela Marocchino andò a vivere stabiltente nella casa di Maria Pile nel 1937. A quel tempo Caterina già viveva nella casa di Maria. Carmela ricorda che tutto sommato era una brava persona, ma aveva un carattere difficile, per cui bisognava essere molto pazienti con lei. Malgrado fosse un'ospite, Caterina si comportava come se fosse la padrona.
 
Carmela Marocchino testimonia che le noi ha mai visto nessuno lasciare la casa di Maria Oyle senza ricevere cibo, soldi o vestiti. Persino i frati, che non avevano alle volte il coraggio di dire ai loro superiori di particolari bisogni, trovarono più facile dipendere su di lei per un poio di calze, una maglia, o altre cose di questo genere.
 
Maria incoraggiava i giovani alla vocazione sacerdotale o religiosa non solo con sostegno verbale, ma anche con aiuto finanziario pagando la retta mensile o aggiungendo la somma necessaria a quanto potevano pagare i familiari. Certamente non tutti i giovani aiutati divennero sacerdoti o frati, ma molti lo furono. (Carmela Marocchino).

Mary Pyle: "Tutto e' straordinario in questa scuola delle anime dove Padre Pio sta preparando una rete di anime per abbracciare il mondo." (Massa, 208)

Mary Pyle: "Che fortuna che noi ci siamo incontrati col Santo forse piu' grande dopo San Francesco." (27 agosto 1924) (Massa, 209)


Maria con la famiglia Massa
 
    
Mary Pyle riceve la Comunione da Padre Pio
 
 
 

 

La biografia di Maria Pyle si base su due libri, un scritto da Padre Bonaventura Massa, e l'altro scritto da Dorothy Gaudiose.
  
Il libro di Padre Massa


Il libro di Gaudiose

 

Un preziosissimo lavoro per ricordare la memoria di Maria Pyle e portare avanti la causa di beatificazione è fatto in America, sul sito:
ww.marypyle.info/

 

I parenti dall'America

Tra  la fine del 1967 e l'inizio del 1968 Maria ebbe la consolazione di essere visitata da molti dei suoi familiari americani.

 La sua cognata Dorothy, sua nipote Diana Pyle che era un'attrice, due pronipoti, un nipote e sua moglie, e poi Zene e Gordon.

Maria ne fu felice e diceva: "Quest'anno Padre Pio mi sta dando la gioia di vedere alcuni dei miei parenti; forse questo è l'ultimo anno della mia vita.

Ma non fa niente. Sono vecchia adesso, e devo accettare la volontà di Dio." (Massa 109-10)

 

Estrema Unzione e Morte di Maria Pyle il 26 aprile 1968

 
Maria Pyle malata a casa, nella sua camera da letto, visitata da Charles Mandina, un amico dalla California.


Padre Pio aveva detto un giorno a Maria Pyle che lei sarebbe stata la prima a morire e che lui l'avrebbe seguita poco tempo dopo.

 Durante la settimana santa del 1968 le sue condizioni si aggravarono, e la mattina del suo 80mo compleanno, il 17 aprile, fu ammessa nell'ospedale di Padre Pio "Casa Sollievo della Sofferenza".

Inizialmente Mary aveva resistito all'idea di andare in ospedale, insistento che le voleva morire nella sua casa, nel suo letto duro. Ma quando seppe che Padre Pio era d'accordo col medico che le doveve essere ammessa in ospedale, fu d'accordo, a condizione che la sua infermiera personale fosse Maria Salvatori, una vecchia amica.

Quando stava per aggravarsi una frate chiese a Padre Pio se voleva visitarla. Ma lui era egli stesso in cattiva salute e disse: "Pregherò il Signore che l'accolga in Paradiso con i suoi angeli. Così lei finalmente può ascoltare melodie celesti senza dover suonare l'organo." (Rega, Padre Pio, 243-4)


Maria Salvatori, che non si staccava mai dal letto di Mary durante le ore notturne, vide che si stava aggravando e chiese aiuto.

Maria testimoniò: "Io aspettavo  con ansia la suora e il medico che avevo mandato a chiamare di tutta urgenza.

All'improvviso Mary spalancò le palpebre, strabuzzò gli occhi, reclinò il capo e tutto finì.

Mi attaccai al campanello. Svegliai tutti. Erano le ore 23.

Entrò un'infermiera e io le dissi di correre a chiamare Padre Innocenzo. Intanto entrarono la suora e il medico.  

Il dottore la guarda e mi dice: "Che mi avete chiamato a fare? E' morta!" Io risposi: "Certo che e' morta. Ma quando vi ho mandato a chiamare era viva, e parlava con me e con suor Angelina." Il dottore si allontanò.

Il viso di Maria, da cianotico, che era, divenne pallidissimo, le labbra pallidissime; gli occhi glieli chiudemmo; la bocca socchiusa.

Intanto io dissi a suor Angelina di chiamare il Padre Innocenzo per darle almeno l'estrema unzione. Ma Padre Innocenzo era già a letto, e finchè arrivo passarono una ventina di minuti.

Padre Innocenzo entra, e appena inizia le preghiere dell'estrema unzione il viso di Maria torna roseo, la sua bocca si apre, le labbra si coloriscono, gli occhi rimangono chiusi, non semiaperti. Io tocco il suo polso; ha ricominciato a battere. 

Assisto all'estrema Unzione talmente sconvolta da questo fatto nuovo, che io potrò giurare, anche in punto di morte, davanti a Dio, alla Madonna, a tutti, che ella era morta ed è ritornata viva per ricevere l'Estrema Unzione. (Massa, 43-4)


Padre Innocenzo da Campobasso, cappellano dell'ospedale Casa Sollievo, amministro' l'estrema unzione a Maria Pyle.


 
Maria sul letto di morte




Mary Pyle accompagnata al cimitero da una folla di persone.
Padre Pio disse:
"Adesso finalmente puo' ascoltare le melodie celestiali senza dover suonare l'organo. (Massa, 239)


Il funerale di Maria Pyle


Al suo funerale i fratini del seminario di Pietrelcina, in numero di 80, erano tutti presenti.

Sei padri cappuccini vollero portare a spalla la sua bara dalla casa fino alla chiesa del convento. 

Il superiore Padre Carmelo di Donato disse: "La sua ricchezza, i doni che la natura e la condizione sociale le avevano dati, li aveva messi a disposizione degli altri. Sempre lieta, sempre sorridente, sempre pacata.

Non c'e' convento che non ricordi un qualche suo dono, un fiore della sua carita'.  "Mamma" la chiamavano non soltanto i cappuccini, ma tutti coloro che hanno bussato al suo grande e nobile cuore, trovando in lei una mamma che si spogliava di tutto per aiutare gli altri. (Massa, 46)


Durante le esequie una donna del popolo disse ad alta voce e sanza rispetto umano:
"Ti ringrazio, signorina, per quel pane che sempre mi hai dato! Preghero' sempre per te. Grazie! Grazie! (Padre Vittorio Massaro) (Massa, 47)
 
Maria Pile andò in Paradiso 9 giorni dopo la sua morte

Padre Adriano Leggieri, cappuccino, che al tempo della morte di Maria Pyle viveva nel convento di San Giovanni Rotondo insieme a Padre Pio, su richiesta di Padre Anacleto Miscio, gli scrisse una lettera spiegandogli quanto egli ricordava essere avvenuto.


"Un giorno di aprile 1968, quasi subito dopo la morte di Maria Pyle, non ricordo il giorno esatto ma Maria era già morta, dopo i vespri io
  e Padre Alessio eravamo sulla veranda in compagnia di Padre Pio.

A un tratto Padre Alessio, com'era suo solito, domando' a bruciapelo a Padre Pio:

"Il Padre Guido dove sta?" Padre Pio di scatto senza riflettere rispose subito: "In Paradiso."

Padre Alessio chiese di nuovo: "Padre, e Maria 'Americana dove si trova?" 
Padre Pio rispose veloce:"In Purgatorio."

E io: "Come? Ha fatto tanto bene!" Padre Pio: "Si. Ma per quello che non ha fatto prima." (Massa 50)
 

Padre Adriano Leggieri


Padre Alessio Parente  
 
Carmela Marocchino, scrisse nelle sue memorie:

"Laurino Costa fece un sogno in cui gli apparve Maria Pyle.

Egli le domandò come stava. Lei gli rispose che stava bene.

Laurino la vide seduta, ed era come se fossero due Marie. Egli le domandò il perchè.

Maria gli rispose: "come, non sai che quando uno muore l'anima esce dal corpo e prende la forma della persona? Ecco perche' tu vedi due di me."

Laurino continuò: "Lo so che tu sei morta, hai avuto il funerale, ma tu come stai?"

E Maria rispose: "Io sto bene. Il giorno di San Pio sono entrata in Paradiso."

Questo sogno Laurino lo fece il 7 maggio. Il giorno 9 dissi del sogno a Padre Pio, e lui: "E' stata sempre una buona religiosa, e il Signore sa dare il giusto premio a quelli che lo meritano." (Massa, 51)

Erano passati dunque solo nove giorni dalla sua morte, la notte del 26 aprile. L'onomastico di Padre Pio ricorre il 5 maggio, festa di San Pio V, papa.

Carmela Marocchino



Cappella dei frati cappuccini nel cimitero di San Giovanni Rotondo. Nella cappella e' sepolta anche Mary Pyle.



La lapide nel muro della cappella, con i restri di Mary Pyle.


Nella stessa cappella sono anche sepolti i genitori di Padre Pio'


       
Un mosaico nella cripta della nuova chiesa di San Pio mostra Mary Pyle che incontra Padre Pio alla porta del Paradiso.



 
Correntemente, parte della casa di Mary Pyle costituisce la
"CASA DI ACCOGLIENZA GIOVANILE VOCAZIONALE PADRE PIO",
dei frati minori cappuccini di Foggia.

 

 

 

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